editoriale

90 interminabili minuti

Sabine Bertagna

Mancano 90 minuti al termine di questa stagione. Li stiamo contando affannosamente per essere certi che dopo questi non ne spuntino fuori a bruciapelo altri 90. L’insostenibile pesantezza di non farcela più a vedere altre partite buttate,...

Mancano 90 minuti al termine di questa stagione. Li stiamo contando affannosamente per essere certi che dopo questi non ne spuntino fuori a bruciapelo altri 90. L'insostenibile pesantezza di non farcela più a vedere altre partite buttate, con punti buttati a causa di errori ormai mandati a memoria. Con le avversarie che frenano e noi che inchiodiamo. Una stagione iniziata non bene e finita peggio. Con pretese di modestia, nulla di più. A volte qualcosa in meno.

Dicevamo, 90 minuti ci separano dal nuovo corso. Manca ancora una partita, quella con l'Empoli, ma già si tirano le somme. Inevitabile il confronto Mazzarri-Mancini. Sarebbe fantastico poterlo evitare, ma ogni volta che l'Inter perde ecco che si ripresenta sfrontato. Quasi a dire: ma c'era proprio bisogno di cambiare allenatore? La risposta è molto probabilmente sì. Nonostante a Mancini si sia attribuito un potere che non è riuscito ad esercitare come avrebbe voluto, nonostante il mercato operato a gennaio non abbia dato i frutti auspicati, nonostante tutto. Ci sono state anche note positive, partite nelle quali l'Inter è sembrata viva, nomi da appuntare per la prossima stagione. Non hanno cambiato il corso di questo campionato, ma dovranno farlo nel prossimo. Con davvero pochi alibi a disposizione.

Forse serviva proprio un Roberto Mancini per capire che i grossi problemi si annidano nella rosa. Per capire che certe cose in campo non possono essere improvvisate. A volte è mancata la cattiveria, spesso la concentrazione. Abbiamo rinfrescato le leggi di Murphy e come è abbastanza prevedibile quando non sei abbastanza forte, nessuno ci ha regalato nulla.

Da chi ricominciamo? Forse l'unico nome che davvero è intoccabile corrisponde a Mauro Icardi. Incredibili i progressi, in continua progressione la fase realizzativa. Classe 1993, 20 gol. Lo stesso numero di reti segnate da Tevez, una in meno di Luca Toni (uno che continua a sorprendere). Icardi non è solo il futuro, è una delle poche cose belle del nostro presente. Chi è da Inter, chi non lo è. E' questa la domanda che rieccheggia. Gli ultimi 90 minuti non aggiungeranno probabilmente niente di nuovo a quanto si è visto finora. Sanciranno la chiusura di una stagione da archiviare in fretta. Disegneranno la linea degli addii. Quelli ipotizzati, quelli necessari. Bandiranno le scuse. Bisognerà ricucire l'ambiente deluso. Fare pace con San Siro. Puntare a colmare il gap con chi vince senza fatica. 90 minuti per voltare pagina. 90 interminabili minuti.

Twitter @SBertagna