editoriale

A CASA I CAMPIONI, AVANTI LE SQUADRE!

Sabine Bertagna

Con questi mondiali è forse finita un’era. Chi l’ha capito va avanti, chi non trova la nuova chiave di lettura è destinato a perdere il treno. Un campione non fa una grande squadra. Chi tergiversa troppo leziosamente cercando il...

Con questi mondiali è forse finita un'era. Chi l'ha capito va avanti, chi non trova la nuova chiave di lettura è destinato a perdere il treno. Un campione non fa una grande squadra. Chi tergiversa troppo leziosamente cercando il passaggio di classe rischia di farsi soffiare il pallone e di subire una rete dopo l'altra. E così l'Argentina di un sopravvalutato Maradona (come tecnico), che pure può contare in campo gente come Messi, Higuain, Mascherano, Tevez e il buon Di Maria, soccombe senza nessuna logica di gioco contro una Germania fresca, audace e cinica. All' 80° ancora corrono tutti come se fosse il primo minuto. All' 80° , come al 1° minuto, i ragazzi giovanissimi di Low ricreano perfette geometrie, si trovano, si ispirano e concretizzano. Le individulità sulle quali pensava di poter contare Maradona sono state neutralizzate una ad una, come un rosario al quale non si affianchi una buona dose di fede. Non è bastato nemmeno quello, stretto tra le dita orgogliose di Maradona. Qualcuno si ostina ancora a dire che l'allenatore è pressochè ininfluente sul risultato della propria squadra. Anche se non sa leggere le partite? Anche se tiene uno dei migliori realizzatori di reti inchiodato alla panchina? Anche se si permette di privarsi di uomini che gli avrebbero tenuto il centrocampo?

Il leitmotiv di questo mondiale è da ricercarsi nella squadra. Nell'organizzazione. Nella concretezza. E in una buona dose di cinismo. Si è visto in Olanda-Brasile e in Argentina-Germania. Si è visto anche in Uruguay-Ghana. La squadra sudamericana gioca infatti come una europea. E stasera la Spagna potrà forse confermare questa teoria. A casa campioni come Messi, Cristiano Ronaldo e Kakà. E sempre di più emerge una macroscopica verità: l'idea mourinhiana rappresentava un'intuizione fondamentale. Un'idea da copiare. Per vincere...

Ah, in tutta questa riflessione forse ci sono anche parecchie risposte al fallimento degli azzurri. Sono uscite squadre che avevano fior fiore di campioni, figuriamoci quelle che non ne avevano nemmeno uno...