editoriale

L’Inter sta tornando

Alessandro De Felice

La rivolta dei sentimenti che esplodono impazziti dopo una repressione durata troppo a lungo. Il trionfo dell’entusiasmo che investe anche chi non è direttamente coinvolto alla faccenda. Perché siamo umani e non aspettiamo altro che farci...

La rivolta dei sentimenti che esplodono impazziti dopo una repressione durata troppo a lungo. Il trionfo dell’entusiasmo che investe anche chi non è direttamente coinvolto alla faccenda. Perché siamo umani e non aspettiamo altro che farci travolgere dalla passione. É per questo che possiamo affermarlo senza cadere in esagerazione: ieri si avvertiva nell’aria qualcosa di diverso. Si coglieva il desiderio di manifestare con orgoglio la propria appartenenza:”siamo interisti e stasera abbiamo voglia di urlarlo e farlo sapere a tutti, perché sopportiamo in silenzio da troppo tempo ormai.” Era più o meno questo il senso dei cori che a ripetizione partivano sparpagliati da ogni angolo, unendosi poi in una singola voce.

L’energia di chi è rimasto a lungo ad asciugare le polveri e che lentamente inizia a riprendere possesso del proprio vigore. L’adrenalina di chi dopo una brutta botta si rialza e guardandosi capisce di avere dolori ovunque, ma di essere ancora vivo. “Stiamo tornando, sta tornando l’Inter.” Era questo il senso che giungeva al petto, sradicando ogni ostacolo trovasse sulla propria strada.

Una specie di magia che ha ridisegnato il sorriso sui volti dispiaciuti dei tifosi che stavano perdendo il sogno. É bastato un gesto e qualche voce di mercato ad infiammare l’anima degli interisti, che non aspettavano altro che lo scoccare della scintilla. Podolski non è Messi, ma la risposta concreta a chi in questi giorni ha deriso i colori nerazzurri. La risposta a tutti quelli che troppo in fretta hanno manifestato il ghigno dopo le frasi disinvolte di Wenger. 

La reazione d’orgoglio verso i soliti giochi di potere, perché a Milano - sull’altra sponda del naviglio - era appena sbarcato Cerci, così tv e giornali si erano affrettati a celebrare l’evento: il ritorno dell’eterno fuoriclasse nel calcio che non conta. Ad attenderlo all’aeroporto 3 o 4 tifosi e qualche parente stretto. La reazione degli interisti è l’ennesima dimostrazione di un popolo che mostra di non aver bisogno della cassa di risonanza dei media, capace di prendersi la scena come e quando vuole, senza l’ausilio di penne illuminate.