editoriale

A proposito di dignità  e di amor proprio

Probabilmente siamo in preda a visioni oppure ci siamo persi qualche passaggio. Il volo plastico di Milos Krasic non solo ha fatto il giro di tutte le moviole nelle miriadi di trasmissioni sportive che affollano il palinsesto televisivo nazionale...

Giovanni Montopoli

Probabilmente siamo in preda a visioni oppure ci siamo persi qualche passaggio. Il volo plastico di Milos Krasic non solo ha fatto il giro di tutte le moviole nelle miriadi di trasmissioni sportive che affollano il palinsesto televisivo nazionale ma, ai nostalgici, ha riportato alla memoria, mai come oggi, il parallelismo che da tante settimane sta arricchendo le colonne dei quotidiani sportivi: Nedved come Krasic. In realtà in quel volo d'angelo l'esterno biondo sembra emulare perfettamente il suo predecessore, con tanto di gesto di approvazione verso l'arbitro. Si giocava Brescia – Juventus, Nedved entra in area di rigore, Di Biagio lo affianca senza toccarlo minimamente, il ceco implode inducendo l'arbitro a concedere la massima punizione. Esultanza da parte di Nedved, stupore per l'ex interista. Il remake, andato in onda domenica allo stadio Dall'Ara di Bologna, è sotto gli occhi di tutti, ma qualcuno chiede di abbassare i toni, qualcuno parla di “massacro mediatico”, qualcuno intraprende la strada del ricorso, qualcuno si lamenta per il troppo clamore e per il fatto che il calciatore esce ogni domenica dai campi da gioco livido come non mai (la definizione sport di contatto, questa sconosciuta). Qualcuno insorge e chiede giustizia. Qualcuno farebbe bene a tenere chiusa la bocca, come diceva QUALCUNO "A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio".