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Si dice che il PD sia stato l'unico partito a perdere le elezioni pur vincendo. Da oggi purtroppo, anche l'Inter gli è idealmente vicino. Non basta fare quattro gol al Totthenam, non basta sovvertire ogni pronostico e ribaltare il risultato dell'andata. L'unica sbavatura difensiva, l'unico dettaglio, manda all'aria tutto ciò che di buono era stato costruito in casa. Allo stesso modo però, sono queste le gare che ti fanno riscorrere il sangue nelle vene, te lo fanno pompare forte e rianimare il cuore nerazzurro che c'è in tutti noi.Guai a criticare l'Inter scesa in campo quest'oggi. Meritano solo applausi questi ragazzi che, finalmente per una volta, hanno gettato il cuore oltre l'ostacolo. Si è visto lo spirito guerriero. Si è vista la voglia di dimostrare a tutti che forse, senza gli infortuni che ci hanno falcidiato, la stagione sino a questo momento sarebbe andata diversamente. Fai il primo gol e dici 'dai uno si sapeva che lo avremmo fatto', fai il secondo e pensi 'però ancora 40 minuti chissà...', fai il terzo e ne hai la conferma 'questi qua allora hanno le palle'. Lo capisci da come entrano in campo. Non molli e lascivi come le altre volte. Belli cazzuti, grintosi. Ribadisco: con gli attributi in bella vista. Per una volta i coglioni sono in campo e non in senso figurato. Questo spirito ti permette di arrivare ai supplementari. Dentro sai che non ne hanno più, che in campo ogni goccia di sudore è stata spesa. Ma l'Inter è cosi. Bella e pazza e può regalarti emozioni quando meno te lo aspetti. E' bastato un dettaglio però, uno piccolissimo per far segnare il loro uomo peggiore. Quell'Adebayor che più passano gli anni e meno ti spieghi come abbia fatto a giocare nelle migliori squadre d'Europa. Servono due gol per passare il turno, ormai sei nei tempi di recupero, potresti fermarti e pensare alla gara di Domenica contro la Samp. Invece no. Ce la devi fare, non puoi dimostrare a tutti di essere una bella opera incompiuta. E cosi arriva anche il gol di Alvarez. Dopo quello purtroppo tante occasioni confuse e un risultato che non cambia. Un 4 a 1 che nonostante la eliminazione dall'Europa League, ha un suo significato. Un significato da Inter. Anche in questo siamo unici: segniamo tanti gol quanti gli avversari ma usciamo ugualmente dalla Coppa.
A TESTA ALTISSIMA. Nonostante quattro gol presi in casa del peggior Barcellona degli ultimi cinque anni, c'era qualcuno, giornalista o sedicente tale, che presentava al pubblico statistiche personalissime, basate sul nulla, secondo cui sarebbe l'Inter e non il Milan il club che si è fatto rimontare più volte nella storia. Ecco che i nerazzurri, alla prima occasione utile, gli danno la 'sveglia' e ne segnano quattro a una delle squadre inglesi più in palla del momento. Questo significa uscire a testa alta. Anzi, altissima. Qualche rimpianto ce l'hai dopo una gara del genere. Ma per una volta c'è la voglia forse di godersi i novanta minuti senza pensare a quello che è stato e a quello che sarà. Ora ricarichiamo le batterie e buttiamoci a capofitto sulla gara di Genova. Proviamo a vincere anche in trasferta come si faceva a inizio stagione. Invertiamo il trend e dimostriamo che questi sono tutto meno che finiti.
APPLAUSI. Bravi tutti. Non ti fa arrabbiare nessuno oggi. Sarebbe troppo facile elogiare Cassano o Kovacic in questa giornata, perciò sposto l'attenzione su due che ho spesso, ma con ovvie ragioni, criticato: Jonathan e Gargano. La dimostrazione che quando non hai i piedi, ma ci metti il cuore, qualcosa di buono ne esce. Il terzino brasiliano non sbaglia un intervento, qualche volta decide di offendere, è preciso addirittura nelle diagonali. Perde un unico pallone al 57' e poi più nulla. Perchè aspettare due anni per mostrare di saper fare qualcosa? Non sarà mai come Maicon, ma meglio cosi che come un Gresko qualunque!
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