editoriale

Alle calcagna

Rimbomba sugli spalti la voglia di primavera. Sarà l’aria più leggera e meno pretenziosa o il fresco ricordo di Monaco, ma a San SIro accorre più gente del normale. I veterani, per intenderci, quei tifosi che hanno visto cose che non...

Sabine Bertagna

Rimbomba sugli spalti la voglia di primavera. Sarà l'aria più leggera e meno pretenziosa o il fresco ricordo di Monaco, ma a San SIro accorre più gente del normale. I veterani, per intenderci, quei tifosi che hanno visto cose che non avrebbero mai voluto vedere, non si fanno ingannare dalla bella giornata e osservano con circospezione le famiglie accorse agghindate come per una gita fuori porta. Non perdiamo la concentrazione, sembrano voler suggerire ai giocatori scesi in campo. L'Inter dal canto suo capisce immediatamente che non sarà una passeggiata. Il Lecce non impensierisce in attacco, ma si barrica in difesa e i nerazzurri faticano a trovare la combinazione giusta per sciogliere il catenaccio. Il centrocampo è quello che fatica di più. Tutti in generale pagano l'immenso dispendio di energie fisiche e mentali adoperato contro il Bayern. Il Lecce, ben disposto in campo soprattutto in fase difensiva, si lascia sorprendere raramente. Ci vuole un guizzo del Pazzo per schiodare lo 0-0 e avvicinare la squadra nerazzurra alla capolista, caduta in terra palermitana, con uno stacco che fa decisamente ben sperare. Continua la corsa di Leo, che ha agguantato in 15 partite 37 punti contro i 23 di Benitez. Chissà se a Galliani tornano i conti. La sosta nazionale sospende momentaneamente le sorti del campionato. Se ne riparlerà al derby, dove sarà necessario recuperare freschezza, cattiveria e velocità. Intanto ci spostiamo nella corsia di sorpasso, pronti a schiacciare sull'acceleratore. La freccia l'abbiamo già inserita. Tic tac tic tac...(cit.)