editoriale

Arrivederci Europa

Nella sua crudeltà il calcio è a volte profondamente giusto. E sorprendente. Ciò che sulla carta profuma di inderogabile verità può essere riscritto sul campo in chiave inaspettata. Capita che una squadra come il Barca, una squadra di...

Sabine Bertagna

Nella sua crudeltà il calcio è a volte profondamente giusto. E sorprendente. Ciò che sulla carta profuma di inderogabile verità può essere riscritto sul campo in chiave inaspettata. Capita che una squadra come il Barca, una squadra di marziani, venga a Milano per incassare tre reti, riuscendo a farne solo una. Capita che la remuntada ossessivamente programmata fallisca di fronte ad un atto di resistenza sublime quanto eroico. Nonostante la carta dicesse altro. E' proprio vero che ogni partita inizia sempre dallo 0 a 0. Quando il sorteggio ha detto Schalke 04 la sensazione era buona. Quantomeno ottimista. Chissà cosa avranno pensato i tedeschi quando hanno scoperto che il loro avversario si chiamava Inter. I Campioni d'Europa. I detentori del titolo. Beh, qualsiasi cosa abbiano pensato non aveva nulla a che vedere con il timore reverenziale. Nonostante la carta dicesse altro. Lo Schalke non ci ha affrontato per tentare un'impresa. L'ha messa in atto. E a dispetto di quei pronostici che il calcio ama sottendere per ingannare l'attesa ha sfruttato le debolezze di una squadra in parabola discendente. Ferita mortalmente dopo un derby mai digerito. Con il fiato spezzato e le gambe stanche. Con qualche idea, ma confusa. Non stiamo cercando un colpevole in particolare, questo compito lo lasciamo a chi già da stasera avrà le risposte giuste alle domande sbagliate. Prendiamo atto che non è andata esattamente come ce l'aspettavamo. Che abbiamo appoggiato la coppa con le orecchie a bordo campo, affinchè qualcun altro potesse scrivere una nuova impresa. Raccogliamo i pezzi e pensiamo a come ricomporli. In attesa di tornare ad essere protagonisti. Arrivederci Europa...