Parole e musica di Mario Balotelli. E dopo 20 giorni arrivò il pentimento e la redenzione. Finalmente la stucchevole e grottesca situazione sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) essersi ricomposta: non è mai troppo tardi. Una frattura profonda e lacerante suturata con il tempo e le riflessioni che hanno pervaso l’animo del diretto interessato. Balotelli si è dichiarato dispiaciuto (non sindachiamo sulla nobiltà dei sentimenti, la sostanza in talune circostanze assume una rilevanza preponderante) per la spiacevole situazione venutasi a creare, dando la propria disponibilità ad azzerare incomprensioni e titubanze professionali, "resettando" il proprio smisurato ego per rientrare stabilmente in un gruppo che ha mostrato segni di graniticità sesquipedale. Dopo il chiarimento di circa 15 minuti avvenuto nell'allenamento post-Champions League tra Balotelli e Josè Mourinho, il sito ufficiale nerazzurro ha pubblicato la dichiarazione del giocatore bresciano. Un mea culpa legittimo e doveroso dopo le improbabili uscite che tanto clamore e stizza avevano suscitato negli animi feriti del popolo nerazzurro. Incomprensioni tra Balotelli e l’universo nerazzurro che avevano scalfito addirittura il serafico aplomb dello stesso presidente Moratti, sbottato dopo l’ennesima dichiarazione del suo (ex?) pupillo. Un riavvicinamento auspicabile per il bene della squadra, che in piena corsa su tre fronti necessita delle giocate del suo giovane e autarchico gioiello. Nonostante l’incedere positivo degli eventi non ci si illuda: Mario continuerà, per indole, nei suoi comportamenti anticonformisti, ma trovare un logico equilibrio di pacifica convivenza non dovrebbe rappresentare un’impresa titanica. Poi al termine della stagione si valuterà la soluzione più logica che possa soddisfare tutte le parti in causa. A questo punto la sua convocazione per la gara di sabato con il Bologna dovrebbe essere abbastanza scontata. Un’arma notevole in più da sfruttare nel momento topico della stagione. O tutto o niente, un confine labile ed entusiasmante da percorrere ed affrontare. Intanto con il CSKA Mosca, dopo un’ora soporifera, Milito e compagni hanno tambureggiato a tal punto che nell’ultima mezz’ora di gioco il fortino “dell’Armata Rossa” si è progressivamente sgretolato. Occasioni sprecate in serie, la disperazione di non aver chiuso una contesa che comunque vede i campioni d’Italia nettamente favoriti: manifesta superiorità tecnica. La compagine russa, formazione estremamente scorbutica e pragmatica, ha giocato la solita partita accorta, subendo però le improvvise, poi trasformatesi in costanti, folate nerazzurre: strattonate umorali e fisiche che l’Inter ha imposto, soprattutto dopo il vantaggio timbrato dall’imprescindibile "Principe del Bernal", attaccante dal senso del gol chirurgico. La squadra, non risentendo minimamente del contraccolpo psicologico inferto dalla sconfitta di Roma che ha riaperto i giochi nell’orticello di casa, ha mostrato sicurezze che soltanto il balbettante cammino in campionato aveva messo in discussione. Josè da Setubal ha riproposto l’ormai consono schema che tanti applausi aveva strappato nel munifico Stamford Bridge. Se soltanto i campioni d’Italia, affetti da filantropia acuta, non sperperassero come consuetudine ormai tristemente appurata, l’enorme capacità offensiva di produrre occasioni nitide, la partita di ritorno si sarebbe trasformata in un gita fuori porta, il day-after di Pasquetta, dolce quanto inaspettato. Un piccolo grande passo alla volta, che induce comunque immediatamente a rituffarsi, in preda ad un auspicabile risveglio dei sensi, nell’habitat naturale. E il Bologna, sabato pomeriggio, rappresenterà il primo ostacolo da disarcionare. Con i felsinei mancheranno tre grossi calibri della difesa titolare (Lucio, Maicon, Zanetti) ed Eto’o, con il capitano che dopo 4 anni di battaglie sui campi italiani assisterà ad una partita nell’insolita, per lui soltanto, veste di tifoso non giocatore. Incamerare i tre punti: un imperativo categorico e obbligatorio per rintuzzare i facili entusiasmi di redivive squadre resuscitate dalle benevolenza nerazzurra. E poi, con i migliori auguri di una buona Pasqua da rivolgere, indistintamente, ad amici e nemici, si volerà alla volta di Mosca: con il cuore caldo e la mente fredda…
editoriale
BALOTELLI FIGLIOL PRODIGO. PARTE L’OPERAZIONE “TURNING POINT”…
Parole e musica di Mario Balotelli. E dopo 20 giorni arrivò il pentimento e la redenzione. Finalmente la stucchevole e grottesca situazione sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) essersi ricomposta: non è mai troppo tardi. Una frattura...
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