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Prima di definire l'ultimo quarto d'ora di Inter-Napoli una svolta, sarà forse opportuno attendere che quanto visto in quel quarto d'ora si manifesti nuovamente in altre partite. Il bisogno disperato di considerarci (finalmente) guariti è un desiderio che non ha ancora le fondamenta per essere considerato reale. Contro il Napoli l'Inter ha sfoderato una prestazione più che dignitosa. Ma le amnesie in difesa sono rimaste e sono quelle che più preoccupano. Ritorna l'incubo di prendere gol con la difesa che si squaglia e osserva da spettatrice. Inerme.
Ma torniamo al quarto d'ora finale. Un quarto d'ora pazzo in cui la squadra nerazzura ha tirato fuori gli attributi. Preso il gol la squadra ha cercato di ribaltare il risultato e alla fine la partita si è chiusa con un pareggio. La classifica non è visibilmente migliorata, Mazzarri non ha parlato nel post partita perché era stremato. Questo a sottolineare che un quarto d'ora non può ancora fare la differenza nell'economia nerazzurra. Può però definire in maniera meno crudele il nostro attuale stato. Siamo vivi, in fondo. Possiamo ovviare alle nostre mancanze con la volontà rabbiosa di ribellione nei confronti di un destino anonimo. Qualcuno la chiama sopravvivenza. Qualcuno le chiama big balls. Averle fa, molto spesso, la differenza.
Twitter @SBertagna
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