editoriale

Buon compleanno capitano! Ab aeterno

Fabrizio Longo

10 Agosto. Altro che San Lorenzo, oggi è il compleanno di Javier Zanetti. Le stelle servono solo a condire con un pó di misticismo questa notte. Chissà se stasera berrà un po’ di spumante invece di far finta di sorseggiarlo come quando...

10 Agosto. Altro che San Lorenzo, oggi è il compleanno di Javier Zanetti. Le stelle servono solo a condire con un pó di misticismo questa notte. Chissà se stasera berrà un po' di spumante invece di far finta di sorseggiarlo come quando non c'era spazio per l'alcool nella sua alimentazione. Oggi è il compleanno del capitano, l'uomo legato alle tradizioni e alla sua Argentina, all'asado e al mate, la bevanda rilassante che stona con l'indole pazza della squadra a cui è devoto e che gli è devota, l'Inter. Diciannove anni al servizio degli stessi colori, tutti scanditi dallo stesso numero sulla maglia, il 4, e dal ciuffo sempre al proprio posto. Il tempo passa per tutti, ma per lui il discorso è un po' più relativo.

Lui il tempo l'ha sovvertito ringiovanendo, diventando più fresco e brillante con lo scorrere degli anni. Forse viene dall'eterno, forse per lui il tempo va al contrario, come quando al Camp Nou erano passati 27 minuti e disse ad Eto'o: "Dai Samu, manca poco!". Forse viene dall'eterno, di certo nell'eterno rimarrà. Non potrebbe essere altrimenti per uno che ha saputo aspettare, ha pianto lacrime di sofferenza e resilienza prima di riversarle tutte in quella notte di Maggio del 2010, a Madrid.

Il mondo lo rispetta e lui l'ha conquistato con l'Inter. Si è rialzato dopo il 5 Maggio, dopo il taglio di Maradona, dopo la dipartita di mamma Violeta, dopo calciopoli, dopo i "non vincete mai". Un uomo che corre, dribbla, cade e si rialza ma sempre col ciuffo saldo, composto come lui, sempre. A parte quella volta che c'era da fare di no col dito ed alzare la voce, quando Lippi disse "Voi dell'Inter siete spaventati dalla Juve".

Quella non era paura, era impossibilità, e quel quattordicesimo scudetto lo racconterà ai suoi figli con fierezza. Tanto vincente quanto abituato a non vincere, come nei suoi 11 anni con l'Argentina in cui non alzó mai un trofeo e dovette scrivere un editoriale a La Nacion a riguardo. Zanetti spiegó che non c'è vittoria più grande del difendere la maglia del proprio Paese e facendolo dando il massimo. Un uomo che riconosce la sconfitta e riparte da essa, dà merito ai vincitori quando riconosce la qualità dei vinti.

Per questo tutto il mondo lo ama, a prescindere dalla fede e dai colori sociali. E pensare che aveva rinunciato al calcio dopo che l'Independiente lo aveva fatto fuori perché "troppo gracile". Ha fatto il falegname, si è imbottito a forza di polenta, e ha ascoltato il padre Rodolfo che voleva che suo figlio perseguisse il suo sogno. Per allenarsi col Talleres andava al campo in autobus.

Adesso basta un gol e piovono macchinoni e veline. Lui ha vinto tutto ma è rimasto semplice e straordinario com'è: sempre al fianco dei suoi tre figli e della moglie Paula, la cestista che lo fece innamorare a 14 anni. Oggi è il suo compleanno e magari ci berrà sopra, ma non prima di una sgambata, come quella che fece il giorno del suo matrimonio. Poi si rimetterà giacca e cravatta perché l'Inter va servita anche da dietro una scrivania, come fatto per 19 anni in campo. Si è sempre definito "fortunato e felice".

Fortuna, in realtà, non glien'è servita, si è sempre guadagnato tutto col lavoro, anche quando non c'era nessuna ragione per rialzarsi e combattere, anche quando scegliere il Real Madrid sarebbe stato più facile. Lui invece ha scelto l'Inter e con l'Inter si è preso tutte le rivincite che si merita, facendo dell'Inter la sua vita. Ne è diventato rigorista in una finale di Supercoppa italiana, si è abituato ad alzare al cielo trofei e a preparare l'asado ad Appiano con Samuel. Ha visto cambiare le generazioni, i calciatori, gli allenatori. Lui è rimasto, l'Inter è rimasta. Insieme per 19 anni. Nemmeno il tendine d'Achille ha potuto fermarlo. E allora cento di questi giorni Javier, altri di questi uomini, ma replicarlo sarà impossibile. Buon compleanno capitano!

Twitter @FabriJZLongo