editoriale

C’è chi dice no

Sabine Bertagna

Dopo la prima roboante parte di mercato nerazzurro, esaltata dall’arrivo di un giocatore di primissima fascia quale Geoffrey Kondogbia, è arrivata ora una brusca frenata. Prevedibile. In quanti sono in rosa? In quanti sono per reparto? In...

Dopo la prima roboante parte di mercato nerazzurro, esaltata dall'arrivo di un giocatore di primissima fascia quale Geoffrey Kondogbia, è arrivata ora una brusca frenata. Prevedibile. In quanti sono in rosa? In quanti sono per reparto? In quanti entrano nel progetto di Roberto Mancini? Tutte domande alle quali la società nerazzurra ha dato delle risposte. Risposte necessarie e, in alcuni casi, dolorose.

Sulla lista dei giocatori in partenza ci sono infatti diversi nomi del mercato di gennaio. Il più eclatante è quello di Xherdan Shaqiri. Con Podolski già partito, Shaqiri in balia di offerte per ora non accettate c'è anche Davide Santon. Anche lui arrivato a gennaio, anzi ritornato a gennaio. Doversi rimettere in gioco dopo appena sei mesi crea comprensibile rammarico. E' una cosa che ognuno di noi può umanamente comprendere. Ma rimanere in ua squadra che ti ha fatto capire che non ti considera più una prima scelta dovrebbe sciogliere questo rammarico. 

Tanti giocatori dell'Inter avrebbero quindi rifiutato diverse proposte. Sembrerebbe che all'Inter in fondo non si stia così male. Il tanto vituperato ambiente familiare, Milano e il progetto Mancini. Già, forse proprio quest'ultimo tassello sta diventando determinante per i rifiuti. L'impressione, da dentro, che si sia finalmente vicini alla tanto agognata rivoluzione. Vicini alla costruzione di una squadra competitiva e pronta a battersi per obiettivi interessanti. La voglia di rimanere per esserci quando le sconfitte diventeranno un ricordo. Al momento l'entusiasmo portato da Mancini ha anche conseguenze negative di questo tipo. Nessuno vuole andarsene. E c'è chi dice no.

Twitter @SBertagna