La questione Calhanoglu, la posizione di Lautaro e Barella e il monito per Frattesi. L'editoriale di Alfio Musmarra per FcInter1908.it
Quando è rimbalzata in Italia la notizia dell’interesse del Bayern su Calhanoglu ero con il buon amico Luca Mastrangelo in quel di Treviso, ospiti dell’Inter Club Giacinto Facchetti di Canizzano per la festa dei 30 anni del club.
Chiaramente la cosa ha messo tutti in subbuglio anche perché dalla Germania sono andati lunghi parlando di accordo col giocatore e trattativa in chiusura. L’Inter ha messo subito dei paletti, chiari, importanti e non ha perso tempo intervenendo con forza sulla cosa con la sua dirigenza. È stato importante che ci fosse subito una presa di posizione che non permettesse di generare dubbi o alimentare polemiche.
Ma per quanto resti indispensabile Calhanoglu e per quanto sia diventato importante per questa squadra non mi sono fasciato la testa, non mi sono fatto prendere dall’ansia - come molti tifosi - perché da regista, Calhanoglu, è diventato straordinario all’Inter sotto la guida di Inzaghi, e poi perché ho l’idea che Mkhitaryan per esperienza, qualità e saggezza tattica potrebbe ricoprire quel ruolo così come a mio avviso lo stesso neo acquisto Zielinski di cui nessuno parla mai. Senza dimenticare che Asllani, le volte in cui è stato chiamato in causa, anche in partite importanti come a Firenze, ha fatto bene e la sua crescita la stiamo apprezzando all’Europeo. Certo, non è ancora pronto per giocare titolare con la maglia dell’Inter, ma tutta quest’ansia l’ho trovata eccessiva, anche perché la scorsa estate Marotta e Ausilio hanno dimostrato sul campo di saper lavorare bene, rivoluzionando la rosa sostituendo ben 12 giocatori.