editoriale

Campioni nella mediocrità 

Senza pretendere di voler scoprire l’acqua calda, tra qualche giorno o, nella migliore delle ipotesi, tra qualche settimana, il Milan si laureerà campiona d’Italia, cucendosi sul petto quel tricolore che, come giustamente ricordava Cambiasso...

Giovanni Montopoli

Senza pretendere di voler scoprire l’acqua calda, tra qualche giorno o, nella migliore delle ipotesi, tra qualche settimana, il Milan si laureerà campiona d’Italia, cucendosi sul petto quel tricolore che, come giustamente ricordava Cambiasso ad inizio stagione “Ci accorgeremo quanto ci mancherà solo il giorno che ci verrà scucito dalle maglie”. Il Milan quindi raggiungerà a quota 18 titoli nazionali la Beneamata, aggiudicandosi il titolo del campionato più scadente degli ultimi anni. Campioni nella mediocrità, il Milan guida la classifica da “X” turni (come piace ricordare a chiunque vesta quella maglia) tagliando finalmente (per loro) un traguardo costato 13 acquisti e anni di punti accumulati dalla sponda Nerazzurra di Milano. “Mai come in questo torneo la corsa al titolo è stata così avvincente, senza mai sapere fino all’ultimo chi avrebbe potuto rappresentare l’anti-Milan” il ritornello recitato fino allo sfinimento da chi, pur conscio dei propri limiti, non vuole ammettere quanto detto in precedenza. Nessuna rivale degna di esser chiamata tale; qualche comparsa pro tempore, Lazio, Napoli, Udinese, e l’Inter spremuta dalla meravigliosa annata che quasi riesce nel sorpasso salvo poi crollare sul più bello, sfinita. Questa la corsa al titolo dei rossoneri, la corsa di una squadra farcita di campioni in agosto e perfezionata a gennaio, perché evidentemente i vari Ibrahomivic, Robinho, Boateng (misti a Pato, Pirlo, Seedorf ecc…)ma anche gli Yepes i Papastathopoulos gli Amelia non erano abbastanza. Ci volevano i Van Bommel, gli Emanuelsonn e i Cassano per centrare la vittoria; vittoria che una squadra del genere avrebbe potuto ottenere (sulla carta almeno) con largo anticipo visto le concorrenti. Campioni nella mediocrità, rappresentanti di un torneo che non lascia eredi in Europa. Spazzati via dalla Champions (ma non dovevano vincere tutto?), annullati in Europa League, giusto nella competizione di Abu Dahabi siamo riusciti a dire la nostra (e grazie a chi?), ma anche li la vittoria contro il Mazembe è passata naturalmente in secondo piano; battere l’illustre Internacional di Porto Alegre avrebbe forse, per altri, rappresentato qualcosa di più. Poco conta, si parla di impresa e di stagione straordinaria…libertà e differenza di comunicazione. Magari la prossima stagione oltre alla scritta ricamata “il club più titolato al mondo” troveremo in appendice “e che guida il campionato italiano da (riempire a piacere) turni”.