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editoriale
Oggi non me la sento di iniziare con il commento della gara. C'è stato qualcosa di più importante accaduto sul campo del Renzo Barbera, ossia l'infortunio occorso a Capitan Zanetti. Alzi la mano chi andando a spasso nel tempo, riesce a ricordare uno Zanetti che si accascia al suolo e dolorante chiede l'intervento dei sanitari. Forse 1 su 1.000.000 ricorda una scena simile o forse non è mai accaduta. Sta di fatto che l'infortunio di Zanetti è l'ennesimo di una stagione maldestra e sfortunata. Qui c'entra poco Stramaccioni o lo staff medico. Il guaio che si procura è dovuto purtroppo alla malasorte. Le sue smorfie di dolore sono state anche le nostre, per questo non possiamo che essere banali e fare un in bocca al lupo grosso quanto una casa al nostro miglior rappresentante, per una pronta e fulminea guarigione. A colui che indossa il nerazzurro come solo lui sa fare. Colui che ci rende onorati ogni Domenica di tifare Inter anche quando le cose non vanno bene. Colui che da 20 anni è sempre presente e che non ha mai tirato in dietro la gamba. Unico, speciale, incommensurabile Capitano.
LA GARA. In fondo siamo interisti ed è normale illuderci ogni Domenica. Quando si accende il televisore poco prima delle 15:00 siamo speranzosi che una magia abbia cancellato tutto: infortuni, acquisti sbagliati e limiti tecnici. Invece no, dopo cinque minuti ci rendiamo già conto di ciò che sarà: una sofferenza lunga novanta minuti più recupero. E' quello che è accaduto anche a Palermo ieri pomeriggio. Da un lato una squadra che ha fame di punti e voglia di salvarsi, dall'altra una che è conscia che l'obiettivo Champions è pura utopia e con poca voglia di fare punti utili per l'Europa League, tenta di sbarcare il lunario. E' questa la sintesi della sfida tra Palermo e Inter. Sotto un sole cocente, i rosanero paiono divertirsi e sanno che con una squadra cosi incerottata bisogna osare. Ecco allora che tutti fanno il bello e il cattivo tempo. Il centrocampo rosanero sovrasta il nostro; le trame offensive sono frutto sì della disperazione ma appaiono essere più fluide. E da questa foga che nasce il gol: Silvestre compie un errore degno della categoria allievi regionali, regalando di fatto il pallone a Miccoli che in iperestensione serve Ilicic, bravo a piazzarla ed a siglare il gol del vantaggio. Non si capisce però per quale motivo la difesa interista rimanga ferma, inerme davanti alla giocata dei due del Palermo. Si aspettavano un fischio per una simulazione di Miccoli? credevano che l'arbitro chiamasse rigore? Non possiamo saperlo, di certo non ci si ferma neanche alle partite dell'oratorio sin quando non si sente il fischio dell'arbitro. Noi invece siamo riusciti anche in questa impresa titanica. Come se non bastasse, dato che le tragedie non vengono mai da sole, assistiamo anche al brutto infortunio di Zanetti, costretto a lasciare il campo in barella. Al suo posto entra colui che i tifosi nerazzurri meno vorrebbero vedere in campo: Schelotto. Non smentisce affatto le attese, si piazza sulla sinistra e sbaglia l'impossibile. Non in grado di fare uno stop decente, non riesce a chiudere un 'uno-due', non sa appoggiare la palla al compagno più vicino e quando si tratta di crossarla...apriti cielo! Forse oggi, per chi non se ne fosse accorto, anche se lo ripetiamo da un po' di tempo, Schelotto non è un giocatore da Inter. E qui c'entra poco il fischiare o meno il giocatore, perchè di pazienza in questa annata i tifosi ne hanno avuta parecchia. Qualche fischio è ben tollerabile. Quando si sceglie di fare il calciatore questi sono i rischi del mestiere. Bisogna essere anche pronti quando il pubblico pagante, valuta in modo negativo una prestazione. Tornando alla gara poi, succede poco e nulla. L'Inter tenta l'attacco nella ripresa ma solo negli ultimi minuti, favorendo i contropiedi del Palermo che fortunatamente si spengono sul nascere. Per il resto ci prova Jonathan con un tiro da fuori area e Alvarez con una doppia giocata, ma il gol non arriva. Cala così il sipario sul Renzo Barbera e sulla più brutta e sfortunata Inter dell'ultimo decennio.
GIOVANI. Voglio lanciare una provocazione: svanita ormai la possibilità di raggiungere il terzo posto valevole per la Champions e dato che a pochi, se non proprio a nessuno, interessa partecipare alla prossima edizione dell'Europa League, rischiando di iniziare nuovamente la stagione dai primi di Luglio, perchè non proviamo a gettare nella mischia i ragazzini dal primo minuto? Le possibilità di bruciarli sono nulle, anzi ne trarrebbero un grande beneficio anche in vista della prossima stagione. Pasa, Garritano e gli altri non valgono certo meno di gente come Kuzmanovic e Schelotto. Quindi proviamoci! Anche perchè peggio di così...
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