Buon Anno, Mister! A leggere i giornali si direbbe che la sua panchina debba saltare da un momento all’altro, o perché potrebbe non vincere la Champions o perché Lei, prima o poi, tornerà a divertirsi con il calcio inglese. Non credo che essere sotto esame Le abbia mai creato il benché minimo problema e quindi la natura di questa disaffezione (o meglio non-affezione) all’ambiente calcistico italiano della quale tutti parlano è dovuta evidentemente ad altre questioni. Arrivato all’Inter ha subito conquistato la scena mediatica con una di quelle che sarebbe passata alla storia come la conferenza capolavoro. L’attesa per le Sue dichiarazioni è salita ai massimi livelli storici: erano secoli che un allenatore non proferiva parole e concetti tanto interessanti. Poi, piano piano, si è incrinato qualcosa. Una sparata ad un collega, una frecciatina ad un altro: le pagine dei giornali godevano di abbondante materiale al vetriolo, ma a qualcuno lo Specialone incominciava ad essere indigesto. Se aggiungiamo il fatto che la squadra che Lei ha scelto di allenare è l’Inter le cose si complicano. Qui nulla è semplice e tutto viene amplificato. Qualsiasi sentore di pettegolezzo o insinuazione se riguarda casa nerazzurra prende pieghe incontrollabili. E Lei ha colto questa sfumatura non tirandosi mai indietro davanti ad un attacco da sferrare o ad una difesa da ergere. Per questo gli interisti gliene sono grati. Negli ultimi mesi il classico braccio di ferro con la stampa ha subito una degenerazione improvvisa, complice un episodio di aperto disprezzo nei confronti di un giornalista. Premesso che in un mondo di professionisti certe cose non dovrebbero succedere: che cosa si nascondeva dietro a quel gesto di nervosismo? In un momento in cui tanti nostri allenatori trovano fortuna e felicità all’estero ci si dovrebbe forse chiedere come mai l’unico allenatore “straniero” che milita in Italia non impazzisca per quello che noi ci ostiniamo a considerare il campionato più bello del mondo. L’impressione è che la Sua stanchezza non sia dovuta all’ambiente diretto nel quale lavora, quello nerazzurro, ma al continuo confronto con un mondo esterno che giudica e pretende giustificazioni per qualsiasi pensiero e decisione. Un mondo sfibrante, classista e spesso provinciale: Benvenuto in Italia! Non come all’estero dove le nostre eccellenze trovano spazio, fortuna e consensi: da Cappello a Zola, da Ancelotti a Mancini. Le riservano un’attenzione degna delle migliori star e Lei Mourinho ne ha tutte le caratteristiche. Ma a dispetto di tutto ci piacerebbe che Lei non si sentisse costantemente in guerra. Se abbiamo capito qualcosa del Suo carattere, sappiamo che continuerà sulla Sua strada, senza compiacere nè “leccare” nessuno. Difendendo la causa nerazzurra, che è l’unica cosa che ci interessa. Per il 2010 Le auguriamo meno nostalgia e più divertimento: Buon Anno, Mister!
editoriale
CARO MOU, LASCIATI AMARE…
Buon Anno, Mister! A leggere i giornali si direbbe che la sua panchina debba saltare da un momento all’altro, o perché potrebbe non vincere la Champions o perché Lei, prima o poi, tornerà a divertirsi con il calcio inglese. Non credo che...
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