editoriale

Centimetri di stile

Troppi anni a rincorrere, a dirsi che no lo scudetto non è importante, conta solo la coppa con le orecchie, tutto il resto è noia. Tranne che nella stagione 2009-2010. In quella, per una congiunzione astrale che si manifesta una volta ogni mille...

Sabine Bertagna

Troppi anni a rincorrere, a dirsi che no lo scudetto non è importante, conta solo la coppa con le orecchie, tutto il resto è noia. Tranne che nella stagione 2009-2010. In quella, per una congiunzione astrale che si manifesta una volta ogni mille secoli, valeva non vincere assolutamente nulla. Sono giochetti ricorrenti questi, che lasciano il tempo che trovano. Nessun tifoso è esente da infantilismi di questo genere. Le differenze risiedono in poche manciate di cm di dignità. L'esuberanza nel festeggiamento ci sta tutta e come ha riassunto magnificamente il nostro presidente forse solo ora capiamo che cosa hanno passato i cugini negli scorsi cinque lunghi anni. Un quinquennio trascorso a rosicare e imprecare, cercando di trovare sempre il pelo nell'uovo e senza (purtroppo) mai ammettere la forza dei propri avversari.

Anche se per una questione di cm (e in questi cm metteteci tutto quello che vi sembra più giusto) il Milan ha vinto lo scudetto e nelle competizioni sportive funziona così. Vince chi fa più punti. Non chi gioca meglio o chi avrebbe potuto vincerlo. E soprattutto, ricordiamocelo, lo vince chi onora la competizione in maniera leale. Lo ricordiamo a Capello, stranamente scomparso dall'Italia dopo lo scudetto scucito alla società bianconera per lo scandalo calciopoli. Glielo ricordiamo perchè dalle sue parole sembra che un campionato sia corretto solo se tutte le squadre hanno avuto la possibilità di rinforzarsi adeguatamente. Concorderà quindi con noi che a maggior ragione i campionati precedenti alla scoperta di calciopoli erano piuttosto alterati, visto che si giocavano in maniera sleale alle spalle di chi non poteva difendersi. Squadre penalizzate (e poi successivamente graziate) non avrebbero avuto nessun tipo di problema se avessero sempre percorso la strada della legalità...

Chiudiamo con i centimetri più preziosi, quelli del rispetto e della dignità. Un giocatore-simbolo che urli come un tifoso feroce volgari epiteti ad un allenatore di un'altra squadra non è una cosa accettabile. Chi di dovere prenda i dovuti provvedimenti necessari a tracciare la giusta distinzione tra una comprensibile euforia post-vittoria e un atteggiamento che riduce di moltissimo i cm tra l'essere umano e la scimmia. I tifosi non sono tutti uguali. C'è chi sceglie il profilo basso e aspetta sempre il triplice fischio prima di esultare, c'è chi invece, come il mio simpatico vicino di casa, fa sventolare la sua irritante bandiera rossonera da più di un mese. Questione di stile. O di pochi ma imprescindibili centimetri...