editoriale

Colpi di testa

Non ci siamo. Da nessun punto di vista. L’armata nerazzurra sta assumendo sempre più le sembianze di quella Brancaleone. Se tutto ciò che toccava il portoghese si trasformava in oro e trofei, tutto ciò che tocca Benitez sembra...

Sabine Bertagna

Non ci siamo. Da nessun punto di vista. L'armata nerazzurra sta assumendo sempre più le sembianze di quella Brancaleone. Se tutto ciò che toccava il portoghese si trasformava in oro e trofei, tutto ciò che tocca Benitez sembra trasformarsi in lesione al bicipite femorale. Un infortunio che va per la maggiore e che ha colpito la Pinetina neanche fosse un'epidemia. Rafa, nonostante la sua naturale propensione a puntare sui giovani, si è visto improvvisamente costretto a schierare come titolare Biabiany, a contare su Coutinho (finchè anche lui non si è rotto) ad affidarsi ad Alibec (bello il colpo di tacco di ieri) come ci si affiderebbe al salvatore della patria. La domanda opportuna in questo momento non è chi ha più colpe in questo avvio di stagione, ma chi pagherà per questo a prescindere. E la risposta è abbastanza chiara a tutti. Anche se esonerare un allenatore in corsa dopo pochi mesi, dopo una stagione a spremitura feroce sui giocatori alla caccia del triplete, dopo infortuni e sfighe, sa un pò di vecchia Inter. Quella degli ultimatum di Moratti. Quella che devi fare qualcosa e allora salta la panchina. In questo momento è veramente difficile pensare ad un modo per riavviare il tutto su rotaie più positive. Senza cadere nell'errore di cedere ai colpi di testa come ha fatto ieri Samuel Eto'o (che pagherà caro il suo gesto e noi con lui). Mantenendo un'apparenza di normalità. In questo momento purtroppo non si può far altro che fare quello che suggerisce Benitez. Lavorare, lavorare, lavorare. In fondo, non può piovere per sempre. O no?