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“SENZA PAROLE” intitolava l’articolo di Nicola Cecere, sulla Gazzetta dello Sport di sabato, a proposito dell’inusuale silenzio-stampa del tecnico nerazzurro, Jose Mourinho, protrattosi per tutta la settimana scorsa. Jose ti prego torna a parlare recitava a grosse linee il fondo del giornalista, che avvallava il ritorno ai microfoni di Mou espresso dalla D’Amico e da altri addetti ai lavori. Sì, perché una settimana priva del suo tono pungente, sarcastico, polemico ma comunque sempre sincero sembrava una settimana mutilata. I giornali invece che concentrarsi su ciò di cui bisognerebbe parlare in primis, ovvero il calcio giocato, pativano l’assenza del protagonista assoluto della scena di questo campionato. Se inizialmente qualcuno era anche contento della compostezza che la settimana aveva assunto, dopo pochissimo la maggior parte degli interessati lamentava noia, rimpiangendo a gran voce le dichiarazioni raramente scontate di Josè. A questo punto ci chiediamo che cosa farebbero i media se non ci fosse lui. I giornalisti non ne vogliono più sapere di dichiarazioni buoniste, arrangiate per non accendere compromettenti polemiche nell’ambiente e con Mourinho hanno intravisto la reale possibilità di trasformare una conferenza stampa in una sanguinosa caccia alla notizia. Perché accontentarsi del festival delle banalità quando si può partecipare ad un autoscontro impazzito, sicuramente molto più divertente? La cosa che forse non era ancora chiara a gran parte dell’universo mediatico è che è Jose a decidere quando, come e se. E così il silenzio è finito ieri sera, nel peggiore dei modi, con la prima sconfitta nerazzurra in campionato, sul campo doriano. Nel peggiore dei modi perché Mou era chiaramente poco contento a) della piega presa dalla partita b) delle polemiche sulla sostituzione di SuperMario c) della contentezza che leggeva negli occhi dei presenti per un’inedita capolista (e che lui ovviamente non poteva condividere). Forse per questi motivi il portoghese è entrato a gamba tesa in risposta all’insinuazione che Del Neri fosse la sua bestia nera con l’immediata allusione incattivita relativa all’esonero di Del Neri quando allenava il Porto. Una dichiarazione che ha irritato il tecnico doriano e che Jose ha sputato fuori con la complicità della sconfitta (che brucia, è innegabile) e la (probabile) consapevolezza di aver commesso degli errori nel corso della partita. Errori che uno come Mourinho non può discutere in una conferenza post-partita, ma che, è chiaro, dovrà affrontare. Che cosa dirà ora la stampa? Che era meglio se se ne stava zitto? Che vi piaccia o no questo è Mourinho. E’ tornato ai microfoni, ma non per questo farà miracoli per piacere a qualcuno. Se non a se stesso. E questo, di certi tempi, è già qualcosa…
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