editoriale

Costo altissimo, voglia di Argentina e niente re-sale value: Tevez è un rischio

Daniele Mari

Che sia un campione nessuno lo mette in dubbio, ma i pro all’acquisto di Carlos Tevez si fermano sostanzialmente qui ( e non è comunque poco). Il centravanti argentino, infatti, da un punto di vista aziendale non si può certamente definire...

Che sia un campione nessuno lo mette in dubbio, ma i pro all'acquisto di Carlos Tevez si fermano sostanzialmente qui ( e non è comunque poco).

Il centravanti argentino, infatti, da un punto di vista aziendale non si può certamente definire un affare sicuro. Prima di tutto il costo: tra cartellino (è di oggi la notizia di un documento diffuso dal City dove si spiega che i 40 milioni di sterline pattuiti col Corinthians valevano solo per il Brasile, per tutti gli altri il prezzo sale fino a 50) e ingaggio (siamo sui 7 milioni di euro l'anno) non si può certo dire che Tevez rientri in un'ottica di fair play finanziario o di politica di ridimensionamento del monte ingaggi.

Ma forse non è nemmeno il costo dell'operazione ad alimentare i maggiori dubbi. Si sa, infatti, e qui non c'è timore di smentita, che Tevez vuole tornare in Sudamerica, mentre non si sapeva ancora (lo ha detto oggi Sir Alex Ferguson, ma qui potrebbe sempre esserci una smentita) che l'argentino avrebbe espresso il desiderio di continuare a giocare solo fino al 2013.

Le due situazioni, combinate, rendono l'eventuale acquisto dell'Apache "pericoloso" dal punto di vista societario. E se a gennaio l'argentino dovesse nuovamente chiedere di tornare in Sudamerica? E se Milano non fosse sufficientemente simile a Buenos Aires per i gusti dell'argentino? E se Tevez, come fatto in passato, dovesse presentare un documento ufficiale con cui chiede la cessione per motivi familiari? Che ne sarebbe della cifra esorbitante spesa dall'Inter?

Ma volendo sorvolare anche su questo punto, è il terzo "contro" a poter risultare decisivo: Tevez è un giocatore che non ha alcun "re-sale value". Di fatto, detto molto prosaicamente, l'Inter non avrebbe alcuna possibilità di ri-cedere il calciatore ad una cifra congrua.

Il concetto può far storcere il naso a chi è interessato solo allo spettacolo sul campo (Tevez-Pazzini-Eto'o sarebbe decisamente un bel vedere) ma non può sfuggire a chi gestisce la società. Si mormora che Ferguson sia indeciso sull'eventualità di affondare il colpo su Sneijder proprio per questa ragione. Il ragionamento, se vogliamo, è elementare: compro Sneijder a 45 milioni a 27 ani, che possibilità ho di rivendere il giocatore, eventualmente, tra due anni (a 29 anni) ad una cira congrua? Obiettivamente poche.

Il ragionamento vale ancor di più se fatto per Tevez: che possibilità ho io (Inter) di rivendere eventualmente Tevez tra due anni, sapendo che l'unico mercato di riferimento sarebbe quello sudamericano, che il giocatore guadagna cifre enormi e che, tra due anni, staremmo parlando di un calciatore di 29 anni?

Nessuno mette in dubbio le qualità di Tevez, questo è evidente. Ma se davvero l'Inter avesse in mente di fare un investimento di questa portata (e al momento non ci sono indicazioni in tal senso), siamo sicuri che sul mercato non ci sia qualche giocatore più "sicuro" (per quanto riguarda le evoluzioni future) su cui puntare?

A meno che non spunti la parola magica, "prestito", e allora "la voglia di Argentina", lo scarso "re-sale value" e i propositi di "ritiro dell'Apache" sarebbero un problema solo di Roberto Mancini. Un problema che gli lasceremmo volentieri per goderci un tridente da far paura.