editoriale

Dalla parte di Matrix

L’Inter ha perso il derby, è risaputo. E già questa è una notizia. Uno dei derby forse tecnicamente più poveri degli ultimi anni – a causa delle defezioni nerazzurre ça va sans dire, dato che il Milan era quasi al completo (eccetto Pato)...

Lorenzo Roca

L’Inter ha perso il derby, è risaputo. E già questa è una notizia. Uno dei derby forse tecnicamente più poveri degli ultimi anni – a causa delle defezioni nerazzurre ça va sans dire, dato che il Milan era quasi al completo (eccetto Pato) – è stato deciso da un rigore netto trasformato da Ibrahimovic dopo 5 minuti. Uno scenario che tutti i non-interisti e gran parte della stampa pallonara nostrana aspettavano da tempo. L’ex Ibra che punisce il popolo nerazzurro: te deum laudamus.Ma si può fare ancora meglio per soddisfare le represse invidie sportive e i faziosi calamai italiani. Sì perché al cospetto del gastropatico svedese, si presenta nientemeno che Marco Materazzi, odiato e insultato ogni qualvolta calchi un terreno che non sia quello di San Siro. Quel Materazzi accusato a più riprese dai dirigenti della squadre avversarie e dalla stampa per i suoi interventi killer, manco fosse Andrej Chikatilo. Come quando nel derby del 2003 entrò malamente nei confronti di Shevchenko, i termini più urbani utilizzati nei suoi confronti furono “killer, assassino, delinquente, inqualificabile ecc.”. Non contento, quel discolo di Marco nel 2005 fece un’entrataccia su Ibrahimovic, e giù ancora con epiteti e appelli per un calcio più sano e depurato da questi elementi da gattabuia.Quello stesso Materazzi però nel 2006 fece comodo. Già. In Germania l’imprevisto, si ruppe Nesta e il buon Marco contribuì da protagonista a far vincere il Mondiale a “Gastone” Lippi. Il plotone di esecuzione questa volta ripose le armi e celebrò controvoglia il centrale nerazzurro. Disdetta.Ma non divaghiamo. La stretta attualità è il derby giocato domenica, dicevamo che lo zenit (non quello di Spalletti neocampione di Russia, beninteso) della goduria per i detrattori di Matrix, arriva al minuto 20 della ripresa. Ibrahimovic, nettamente in ritardo, entra ad altezza costato modello Jackie Chan con gamba alta sul torace di Materazzi, facendogli perdere i sensi e procurandogli un ricovero di 2 giorni all’ospedale Niguarda.Cosa penserà ora la critica sportiva? Più vedi il fallo, più ti convinci che a Matrix è andata persino bene e che Ibra un pensierino a imprimere le 7 stelle di Okuto sul petto di Materazzi lo abbia fatto. Già immagini gli strali dei quotidiani contro Ibra per il suo gesto e aspetti fiducioso che le rotative si mettano in moto per vedere nero su bianco quanto il gigante di Malmoe meriterebbe. Solo un giudizio severo sul gesto, nulla più.L’indomani tale critica giunge sì dalle pagine dei giornali, ma ahimè provengono tutti da edicole forestiere: Parigi, Barcellona, Berlino, Madrid. Su quelli di casa nostra le grandi penne sportive la pensano diversamente. Per qualche giornale italiano Ibra commette il “delitto perfetto” e viene definito una “simpatica canaglia che spezza in due Materazzi”. Che forza. Per qualcun altro Materazzi è un “cammello triste”. Avete mai conosciuto cammelli allegri? Per altri ancora Ibra “Manda al tappeto l’Inter e all’ospedale Materazzi”. Primo Carnera è quasi un carneade al cospetto di Ibra.Reprimende? Severità nel giudizio? Accuse? Macché. Zero termico. In fondo però, perché stupirsi, per l’Italietta di oggi ha vinto il bene (interessato) nell’eterna lotta contro il male (tutto ciò che va contro l’interesse). Ma io sto dalla parte di Marco, benché una sua leggerezza ci sia costata il derby, non vedo l’ora che il nostro “cammello triste” si rialzi per leggere delle sue imprese e tornare così insieme nelle edicole. Estere, ovviamente.