editoriale

Dalle stelle alle stalle…

Se la somma di figurine producesse automaticamente la squadra più galactica del mondo, il calcio perderebbe forse quel pizzico di gusto primordiale che ci assale quando una squadra neopromossa come il Cesena vince contro una squadra gigante come...

Sabine Bertagna

Se la somma di figurine producesse automaticamente la squadra più galactica del mondo, il calcio perderebbe forse quel pizzico di gusto primordiale che ci assale quando una squadra neopromossa come il Cesena vince contro una squadra gigante come il Milan. Ieri sera, ancora una volta, abbiamo avuto la dimostrazione di un'antica verità: ciò che sembra così facile sulla carta, non lo è per nulla in campo. Il battesimo di Ibra in rossonero non è stato quindi dei più felici. Lo svedese ha dimostrato per l'ennesima volta che la sua principale pecurialità è l'individualismo. Quando il "papero" ha smesso di giocare per lui, la sua pericolosità è precipitata vertiginosamente. Robinho ha fatto una comparsata di 35 minuti totalmente ininfluente, mentre la difesa ha seriamente patito l'assenza di Nesta. L'altra squadra di Milano conserva indubbiamente un potenziale alto, la sfida sarà riuscire a trovare quell'alchimia che permette ad una squadra di dialogare ad occhi chiusi. Anche la Roma ha subito uno sgambetto poco piacevole. E' vero che è partito tutto dal solito suicidio di Burdisso (questi falli vanno puniti senza se e senza ma con squalifiche pesanti), ma cinque reti sono tante. Le false partenze non sono certamente indicative. Ma, come ci ha ricordato bene Rafa nella conferenza di venerdì, proprio quando una squadra è super favorita (e super pompata dai giornali) c'è terreno fertile per provare a ribaltare il pronostico. E la partita dell'altra squadra di Milano di sabato sera ne è un esempio perfetto.