Alla fine è successo. Questa Inter non ce la fa più a vincere. E nonostante la profonda e inderogabile fede che mi lega come tutti voi a questa squadra, mi chiedo se non fosse in qualche modo fisiologico che una capolista incollata alla vetta per anni non mostrasse, ad un certo punto, dei segni di cedimento. E’ il momento che è strano. Inter-Samp ha decretato la squadra nerazzurra come imbattibile sul piano della tenacia e anche a Udine il carattere non era mancato. Poi qualcosa si è incrinato. Inter-Genoa sembrava la partita di un’altra squadra, trasmessa in un altro campionato. Piatta. Eppure la posta in palio era stimolante, visto il pareggio tra le due prime inseguitrici. Poi la trasferta a Catania, con Mourinho dietro ad un vetro ad assistere ai giochi da lontano. La partita non è stata piatta come quella della scorsa domenica. Il Catania se l’è giocata, l’Inter in un primo momento ha rischiato, ma ha tenuto. Poi è arrivato il gol del solito Principe operaio su assist altruista di Eto’o e la partita sembrava una pratica di facile gestione, con i nerazzurri più attivi e pressanti. Ma le avvisaglie di alcune leggerezze e amnesie del primo tempo sono tornate sotto forma del fantasma Maxi Lopez, che ha pareggiato i conti. Immediati i cambi di Mou. Immediato il tracollo nerazzurro. Tolti Stankovic e Cambiasso, dismesso l’equilibrio e introdotta la mina vagante Muntari, l’Inter ha perso nel giro di pochi minuti una serie incredibile di cose, oltre che la partita in questione. Ha disintegrato i punti di vantaggio (normale amministrazione, si diceva un po’ di tempo fa) sulle squadre in corsa per lo scudetto, ha preso più gol di quanti ne sia riuscita a segnare, ha accusato un grave colpo per la sua autostima di vincente. Ci auguriamo ovviamente che questo non sia il primo di una lunga serie di risultati di natura suicida. E’ buffo come anche se per anni si sia vinto con una certa scioltezza, ora il pessimismo ti faccia ripiombare in un attimo nel baratro dell’insicurezza. E nella paura di perdere quanto costruito. Questa Inter, non dimentichiamocelo è forte. Ha strapazzato il Milan in un derby da tramandare ai posteri. Ha combattuto in inferiorità numerica. Ha saputo trasformare la rabbia di un torto subito in gol e prodezze calcistiche. Ha, recentemente, battuto il Chelsea in casa. Con tutte queste premesse è d’obbligo provare quantomeno a giocarsela fino in fondo. Mourinho, che ama le sfide, non poteva chiederne una più entusiasmante…
editoriale
DOPO QUATTRO ANNI E’ “FINALMENTE” CRISI INTER… SOCCOMBERE O COMBATTERE?
Alla fine è successo. Questa Inter non ce la fa più a vincere. E nonostante la profonda e inderogabile fede che mi lega come tutti voi a questa squadra, mi chiedo se non fosse in qualche modo fisiologico che una capolista incollata alla vetta...
P.S.: A tutti quelli per quattro lunghi anni si sono riempiti, appena possibile, la bocca con il tormentone Crisi Inter, ricordo le parole di Douglas Maicon dopo il 17° scudetto. E' qualche anno ormai che sono in Italia. L'Inter è sempre prima in classifica, ma perde una partita e scoppia sempre un casino. Mai vista una roba così. Mai vista una roba così. E sì, è crisi Inter.
© RIPRODUZIONE RISERVATA