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Tra le sue peculiarità di allenatore una maniacale attenzione per la tattica fino ad accarezzarne i dettagli più nascosti, un'esperienza che si é forgiata nelle giovanili (dove ha fatto molto bene) e quella parola che sembra fare la differenza, l'entusiasmo. Già, perché a volte essere preparatissimi non basta. Bisogna anche saper trasmettere le proprie idee e convincere la propria squadra che quelle idee sono in assoluto le migliori. Implicitamente ad Andrea Stramaccioni si chiede questo. E glielo si chiede sussurrando la richiesta come fosse una silenziosa preghiera. Sarebbe bello che ci riuscisse. Sarebbe bellissimo.
Ma Stramaccioni, che dopo una vittoria e un pareggio sta già perdendo quel beneplacito mediatico del quale si gode finché si é una novità, può veramente stravolgere la stagione dell'Inter? Non sarebbe forse più corretto dargli il tempo di provare a raggiungere un equilibrio difficilmente raggiungibile in dieci giorni? Gli uomini sono gli stessi, ad eccezione di Guarin, che si sta mettendo a disposizione da poco, nonostante la forma non sia ancora quella perfetta. Sono le stesse anche le assenze (Wes e Alvarez). Del pareggio contro il Cagliari si é detto che rappresenta un brutto passo indietro. L'effetto Stramaccioni, per alcuni, é già svanito. Eppure, nonostante la stanchezza e una stagione che pesa per gli errori commessi, questa Inter continua a subire gol, ma adesso difficilmente si arrende. Appare più spregiudicata in fase offensiva, cerca la rete, la trova spesso grazie a Milito. E' abbastanza fuori luogo credere che Stramaccioni possa essere la cura istantanea ad una patologia dagli aspetti a tratti cronici, che si trascina trascurata da tempo. E' invece sensato aspettarsi delle "dosi" di ricostituente, non solo emotivo. Le idee, se nascono convinte, trovano spesso il giusto terreno sul quale attecchire. Questione di tempo e di pazienza. Le cure affrettate non hanno mai guarito nessuno, nel lungo periodo.
Twitter @SBertagna
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