editoriale

E qui comanda Gary

Per la seconda di campionato l’Inter scende in campo in un Meazza dall’atmosfera singolare. E’ vuota la Curva Nord, che sconta una squalifica anacronistica (la discriminazione territoriale è stata nel frattempo abolita)....

Sabine Bertagna

Per la seconda di campionato l'Inter scende in campo in un Meazza dall'atmosfera singolare. E' vuota la Curva Nord, che sconta una squalifica anacronistica (la discriminazione territoriale è stata nel frattempo abolita). Un'atmosfera che non intacca l'approccio alla partita. A Icardi sono infatti sufficienti poco più di tre minuti per segnare la rete che darà via alle danze nerazzurre. E così, nel silenzio un po' surreale interrotto da goduriosi mormorii di approvazione via via più nitidi, l'Inter cresce e traduce in reti il senso del patto svelato da Walter Mazzarri.

IL PATTO DI MAZZARRI - E' un patto che sancisce principalmente la fame del gruppo. La costanza con la quale gli attaccanti nerazzurri cercano il gol sono la fotografia più bella di una domenica pomeriggio festosa. Tra queste istantanee non può mancare la progressione trasformata in rete da un incredibile Mateo Kovacic. Alle sue già evidenti qualità è andata ad aggiungersi una perfetta dose di cattiveria. E poi la tripletta di Mauro Icardi (con dedica), che quando si trova davanti alla porta semplicemente non sbaglia. Segna. Esteticamente pregevole il gol da fermo. Ma c'è spazio per tutti. Osvaldo segna una doppietta (il primo gol nasce da un'incredibile azione di Dodo, che salta due giocatori prima di servire l'italo-argentino). Ed è gol anche per Fredy Guarin. Non è Inter-Sassuolo se sul tabellone non c'è scritto 7-0, insomma.

DUE PUNTE - Dopo le prime due partite di campionato la soluzione migliore sembra quella delle due punte in campo dal primo minuto. La carica offensiva migliora, fioriscono le occasioni. Sul finale Mazzarri abbozza un 4-3-3 con il tridente. Entra anche Mbaye. C'è spazio per qualche esperimento. La goleada non sarà probabilmente una costante, ma i meccanismi visti dicono che possiamo essere pericolosi. Un ottimo indizio se abbinato alla fame. Solo la continuità nelle prestazioni potrà dire che faccia avrà l'Inter di questa stagione. 

CHE MEDEL - Aveva ragione Zamorano. Vi innamorerete di Gary Medel, aveva detto ai tifosi nerazzurri. E il cileno contro il Sassuolo gioca una partita perfetta, senza sbavature. Il pubblico si infiamma e accompagna i suoi recuperi con applausi ammirati. 101 i palloni toccati da Medel in 90 minuti, con il 94% di precisione nei passaggi e solo 3 falli commessi. Numeri che lo rendono indispensabile. Mazzarri difficilmente ne farà a meno. 

IL FENOMENO ZAZA - Si era arrivati a questa partita dopo pagine e pagine di giornali dedicate al fenomeno Zaza. La "scoperta" di Conte, il futuro della nazionale, chissà quanti ne segna all'Inter. Come ha anche ammesso il suo allenatore Di Francesco probabilmente Simone ha patito l'improvviso successo. Tradito probabilmente da un'ansia di prestazione nuova, in campo è sembrato bloccato dalla sua stessa voglia di dimostrare. Assente. La pressione non fa bene a tutti. Partite come queste dicono tutto e niente. L'importante è giocarle. Con personalità.

Twitter @SBertagna