editoriale

E SE IL CALCIO FOSSE UNA SCIENZA ESATTA?

Chissà quante volte i presidenti si saranno posti questa domanda prima di staccare l’ennesimo assegno fantamilionario: ci sarà un modo per essere sicuri che quanto speso si traduca in risultati, vittorie, trofei prestigiosi? Su questo e...

Sabine Bertagna

Chissà quante volte i presidenti si saranno posti questa domanda prima di staccare l'ennesimo assegno fantamilionario: ci sarà un modo per essere sicuri che quanto speso si traduca in risultati, vittorie, trofei prestigiosi? Su questo e molti altri spunti di riflessione si sono interrogati un giornalista ed un economista, Simon Kuper e Stefan Szymanski, in un libro dal titolo "Calcionomica" Meraviglie, segreti e stranezze del calcio mondiale (ISBN edizioni, 24€). Il tutto applicando la regola dei numeri per sviscerare teorie "scientificamente" valide. Il mercato è naturalmente al centro di questo curioso viaggio nel calcio. Una prima certezza viene dallo stretto legame che si intravede tra l'investimento in grandi campioni e i risultati ottenuti. Difficilmente una squadra con giocatori forti si troverà ad occupare un posto in classifica di medio-basso livello. E difficilmente un mercato come questo potrà sopravvalutare (nel lungo periodo) un giocatore che abbia mostrato abilità inferiori alle aspettative. Le domande che i due si pongono nel corso del libro vanno dalle più bizzarre ( i rigori sono davvero impossibili da prendere? È vero che i tifosi si suicidano quando la loro squadra perde? I giocatori di colore sono atleticamente più forti?) alle più funzionali (quali sono gli errori più frequenti nell’acquisto dei giocatori? Quali sono i giocatori più sopravvalutati? Una società di calcio è un buon affare?). Dodici i consigli da tenere a mente per non cadere nei più comuni errori di mercato. Ecco i più significativi. Un nuovo allenatore spreca denaro nei nuovi acquisti: impediteglielo. Le stelle dei recenti campionati europei o mondiali sono sopravvalutatele: ignoratele. Rimpiazzate i giocatori migliori prima ancora di cederli. E il non scontato suggerimento di comprare giocatori con problemi personali e poi aiutarli ad affrontarli. Per gli autori del libro solo due allenatori hanno effettivamente cambiato le sorti delle squadre che allenavano.

Solo pochi tra loro, come Brian Clough e forse Josè Mourinho, ottengono risultati nettamente superiori rispetto a quelli che ci si potrebbe aspettare sulla base degli stipendi dei loro calciatori. Risulta difficile stabilire quali sono le cose che questi uomini riescono a fare meglio degli altri, perché se fosse facile, tutti li copierebbero. Ma alla maggior parte degli altri tecnici non importa granchè, e infatti non conservano il posto per molto.”