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La storia ci ha insegnato che in casa Juventus nulla è mai lasciato al caso. Lo stile bianconero, sintonizzatosi solo recentemente su un profilo più basso, ha sempre brillato di una caparbia sicurezza. Con qualche esasperata venatura di arroganza. Gli anni della supremazia in campo (e forse non solo), il calcioscommesse schivato, il processo anti-doping dimenticato, Calciopoli: in tutte queste fasi la Vecchia Signora ha sempre guardato tutti dall'alto in basso. Sicura delle proprie capacità, ma non solo. Sicura del sostegno giusto al posto giusto.
Raffaele Pagnozzi, Amministratore delegato e Direttore Generale del CONI, dovrà decidere che cosa fare della richiesta di revoca dello scudetto 2006, depositata ufficialmente dalla Juventus. Raffaele Pagnozzi, una vecchia conoscenza. Intercettato in una telefonata del 2004 con Moggi a proposito di doping ne usciva come una persona molto vicina all'ex-dg bianconero. Dalla chiamata si evince che la Juve lo chiamava spesso per chiedergli il favore di glissare su certe procedure relative al doping. Di chiudere un occhio. E lo stesso Pagnozzi si trova a dover ricordare a Moggi che non camperà per sempre (o meglio che non sarà in eterno nella posizione di aiutarlo). Le coincidenze della vita! Poi succede che il segretario generale del CONI ne diventa direttore generale. E che la Juventus torni ad incrociare il suo cammino. In perfetto stile Juventus...
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