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Le parole pesano. A volte tagliano. E il significato si perde in un sanguinare senza sosta. Come lo chiamereste voi quell'incessante parare colpi nella vana speranza di un momento di sosta? Probabilmente dal di fuori la risposta più facile é quella che ci marchia come una tifoseria che si crogiola nel vittimismo perdendo di vista i confini nitidi della realtà. Macché. Lì nel di fuori sono tutti talmente convinti che sia questa la realtà, che non sono in grado di emettere una sentenza obiettiva. Almeno quanto noi non riusciamo a discernere le frustrazioni reali, dalla sensazione piuttosto incalzante di essere un costante bersaglio.
E non sono i contenuti, le analisi, i dubbi ad irritarci. Sappiamo che sarà una stagione faticosa per il numero delle partite da giocare e per gli equilibri fisiologici che una rosa rinnovata deve per forza rincorrere. Si sta lavorando e i frutti non si vedranno né oggi, né domani. Il problema non sono le critiche, davvero. Il problema sono i preconcetti. Le definizioni che avete coniato preventivamente e che secondo le vostre logiche dovremo indossare senza esitazioni. Scegliete un termine carico di accezioni negative e quando la ribellione é nell'aria ci redarguite con il sinonimo positivo. E in questo dialogo surreale ci dimentichiamo persino di aver vinto la partita. La colpa quale sarebbe? Perché una colpa da qualche parte ci deve essere. Non si spiega il livore, altrimenti.
É un problema di etichette. Appena alziamo la testa vediamo che le cose intorno a noi girano diversamente. Se ad Allegri gli si dice il tuo Milan é povero e senza gioco e lui risponde non sono d'accordo nessuno alza la mano per dirgli sulla base di che cosa esattamente non sei d'accordo, Mister? Non c'é un contraddittorio incalzante, nessuno si stupisce se le risposte non corrispondono alle domande e non ho mai nemmeno sentito tacciare di maleducazione l'allenatore rossonero, che spesso e volentieri si rifiuta direttamente di rispondere. Questo é ciò che intendiamo per malafede. Doversi difendere costantemente anche quando non ci sono i presupposti per una guerra. E, in fondo, dover essere gli unici a farlo.
Twitter @SBertagna
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