editoriale

Fair play finanziario? No, re-sale value. A lezione da Sir Alex…

Daniele Mari

Ok, abbiamo capito. Non è più periodo di vacche grasse, e non solo per noi. In un momento in cui gli Stati Uniti, la potenza mondiale per antonomasia, si salvano dal default per miracolo (ma non dal declassamento) non possiamo certo pretendere...

Ok, abbiamo capito. Non è più periodo di vacche grasse, e non solo per noi. In un momento in cui gli Stati Uniti, la potenza mondiale per antonomasia, si salvano dal default per miracolo (ma non dal declassamento) non possiamo certo pretendere che sia Massimo Moratti ad immolarsi e a spendere e spandere come se la crisi economica non ci toccasse, tutti, da vicino.

Conta il bilancio e non solo il campo, lo abbiamo capito. I giocatori non devono e non possono più essere valutati solo per quello che fanno in campo, ma anche (o forse soprattutto) per quanto apportano dal punto di vista patrimoniale.

Siamo in pieno fair play finanziario. Alla fine, se ci pensiamo bene, spendono quasi solo russi e sceicchi, che sono abituati a vivere un po' fuori dalla realtà di noi comuni mortali. E allora, però, se siamo nel bel mezzo del fair play finanziario, che "è una cosa seria", forse c'è un altro termine che dovremmo imparare ad usare, e a rispettare: "re-sale value".

Ce lo ha insegnato Sir Alex Ferguson, uno che vince da 25 anni, e che forse qualcosina avrà capito di come si gestisce una società. I calciatori vanno comprati non solo per quello che possono dare sul campo, ma anche per quello che potrebbero dare in caso di futura cessione. Il manager scozzese difficilmente deroga da questa legge. E ha ragione.

Se, però, partiamo da questo presupposto allora c'è qualcosa che non torna. I giocatori sono "rivendibili" a ottime cifre (per la società che vende) se sono costati poco e guadagnano poco. Diego Forlan è sicuramente un grande campione, e ha sicuramente fame di successi. Se ci fermiamo all'aspetto tecnico, poco da dire. Ma se vogliamo, e dobbiamo, ragionare un po' da economisti, allora non ci siamo: a 32 anni, qualsiasi sia il costo del suo cartellino, l'uruguaiano non potrà essere ri-ceduto a cifre interessanti. Se poi guardiamo all'ingaggio, allora il cerchio è completo: a 4 milioni a stagione Forlan sarebbe inavvicinabile per chiunque.

Il fair play finanziario è ormai entrato a far parte del linguaggio quotidiano dei tifosi di calcio, ma è il concetto di "re-sale value" che forse dovrebbe essere tenuto maggiormente in considerazione.