editoriale

GIà™ LE MANI DAI GIOVANI?

Se c’è un tassello di questa nuova società interista in fase di sviluppo e ricostruzione nel quale Erick Thohir non può assolutamente fallire, quello è il tema dei giovani. Un tema che all’inizio sembrava aver disegnato la...

Sabine Bertagna

Se c'è un tassello di questa nuova società interista in fase di sviluppo e ricostruzione nel quale Erick Thohir non può assolutamente fallire, quello è il tema dei giovani. Un tema che all'inizio sembrava aver disegnato la discrepanza maggiore tra Mazzarri e il nuovo progetto, ma che messa come condizione necessaria dal presidente è di fatto entrata a far parte dei punti sui quali verrà valutato l'operato del tecnico. Il presidente ha fatto capire che i talenti dovranno essere blindati per costruire un futuro solido e che l'Inter non può continuare a vendere i suoi giovani migliori. Perché a scovarli e crescerli la società nerazzurra, complice un settore giovanile che rappresenta una vera e propria eccellenza, è davvero brava. Coutinho, Kovacic nel passato recente e poi i soliti nominati: Destro, Bonucci, Balotelli e via dicendo. La società nerazzurra è così efficiente nello scouting che fa praticamente da apripista per le altre squadre. I rossoneri, per esempio, vivono di rendita da anni. Ecco perché ET ha sentito probabilmente la necessità di definire una svolta. 

Ma se Icardi e Kovacic faranno sicuramente parte della spedizione a Pinzolo, ci sono altri nodi da sciogliere. Giovani mandati in prestito nelle trascorse stagioni. Giovani riscattati che sembravano avere un futuro nerazzurro già definito. Giovani che vorrebbero tornare e giocarsi un posto, se non da titolare almeno come riserva. Da come verranno gestiti si potrà probabilmente intuire la nuova posizione societaria. Quanti di questi giovani talenti rientreranno effettivamente nel progetto Inter? Quanti verranno venduti per fare cassa? Il terreno è delicato. Su questo terreno il nuovo presidente dell'Inter giocherà una partita importante. Una partita che non può assolutamente permettersi di perdere.

Twitter @SBertagna