editoriale

Good Luc(k)

Sabine Bertagna

“Sono venuto in italia per giocare con l’Inter, non per altre squadre.”  É sempre difficile valutare giovani calciatori in una realtà poco indulgente come la Serie A. Anche quando le qualità sono marcate, mille incognite...

"Sono venuto in italia per giocare con l'Inter, non per altre squadre." É sempre difficile valutare giovani calciatori in una realtà poco indulgente come la Serie A. Anche quando le qualità sono marcate, mille incognite rimangono sospese nell'aria e le domande sono sempre le stesse. Sarà maturo abbastanza? Reggerà le pressioni? Si brucerà? Luc Castaignos, classe '92, é approdato all'Inter con il classico bagaglio di speranze, curiosità e aspettative. I nerazzurri lo avevano cercato, scoperto e portato a Milano per un milione e otto. Uno di quei giovani che i giornali amano definire interessanti. A posteriori possiamo dire che non era esattamente la stagione migliore per approdare all'Inter. Tant'è.

"Sono venuto in italia per giocare con l'Inter, non per altre squadre." Un anno difficile, dicevamo. Prima Gasperini, poi Ranieri e infine Stramaccioni. In mezzo brutte partite da sfangare, dove mettere in mostra le proprie potenzialità non era esattamente la priorità. La priorità era aiutare la squadra a non precipitare sempre più in basso. Non ci sembra che in nessuno di questi momenti Castaignos si sia in qualche modo tirato indietro. Anche se Gasperini in Novara-Inter lo aveva buttato a fare l'ala. Anche se Ranieri aveva ritenuto opportuno fargli giocare il secondo tempo di Inter-Juventus, sotto di due gol e in un clima di frustrante nervosismo. Diciamo che tutte queste circostanze non possono essergli state oggettivamente d'aiuto. Ma, ci piace sottolinearlo, al contrario di qualcuno non si é mai rifiutato di sposare una richiesta assurda. Cercando di assecondarla.

"Sono venuto in italia per giocare con l'Inter, non per altre squadre." Siena-Inter. É l'80' e la partita non si sblocca. A poche manciate di minuti dalla fine arriva una palla a Luc, che in un fazzoletto di campo si inventa un gol da infilare nell'angolino. Prodezza e tre punti. Un giocatore fisico, giovane, che vede bene la porta e che si muove già come un attaccante esperto. Certo, con davanti una vita di cose da dimostrare. Ma non con la maglia nerazzurra, a quanto pare. "Volevo andare al Feyenoord- spiega l'attaccante olandese - ho chiesto di essere ceduto perchè volevano darmi solo in prestito in Italia e non è ciò che io voglio. Sono venuto in italia per giocare con l'Inter, non per altre squadre. Voglio solo l'inter e per questo non voglio andare in prestito. Ripeto sono arrivato in Italia solo per l'inter non per altre squadre. Ora l'Inter ha deciso di vendermi e può aiutarmi nel trasferimento . Mi spiace non aver dimostrato le mie potenzialità. Se può cambiare qualcosa? Per me le cose cambierebbero se mi mandassero in prestito all'estero ma loro non vogliono e quindi mi venderanno. Cosa dico a quelli del Feyenoord? Sono dispiaciuto di non poterli aiutare nella prossima stagione, ma questo è il calcio. Voglio comunque ringraziare i tifosi per il loro supporto in questa stagione difficile. Forza Inter"

Queste le dichiarazioni di Luc. Venderlo dopo una stagione così bislacca può voler dire due cose. Certezza di monetizzare bene il suo acquisto o poca convinzione nelle sue capacità. In entrambi i casi c'è una nota stonata. Prima di tutto perché le potenzialità non ancora del tutto espresse lasciano intravedere la possibilità che l'olandese diventi un giocatore forte (motivo per il quale i nerazzurri lo avevano cercato con lungimiranza). E poi Luc é venuto fin qui per l'Inter. In quella valigia, insieme alle speranze, alle paure e alle qualità tecniche nemmeno troppo nascoste, c'era ben ripiegata anche una maglia nerazzurra. E un sincero desiderio di indossarla. Difficile monetizzare quel desiderio. Di questi tempi una merce rara. Grazie Luc, per avercelo ricordato. E Buone Cose! Perché te le meriti tutte.

Twitter @SBertagna