editoriale

I SOLITI (NOTI) ATTACCHI

Eva A. Provenzano

“Quanti sono gli scudetti della Juve? Quanti dice il presidente”. Lucio aveva sparato sui cuori nerazzurri, lui eroe del triplete passato alla rivale di sempre, aveva già cambiato bandiera il giorno della sua presentazione. Aveva fatto un...

“Quanti sono gli scudetti della Juve? Quanti dice il presidente”. Lucio aveva sparato sui cuori nerazzurri, lui eroe del triplete passato alla rivale di sempre, aveva già cambiato bandiera il giorno della sua presentazione. Aveva fatto un brutto effetto. Ma a Torino era partita la standing ovation.

IL MANIFESTO - Ieri, quando Hernanes ha detto di aver scelto l’Inter perché “non è stata mai coinvolta negli scandali e perché non è mai retrocessa in B”, i tifosi nerazzurri hanno sorriso. Esattamente come lui prima di dirlo, perché sapeva esattamente quello che stava per dire. Questa volta è toccato all’Inter dire la sua sulla questione più controversa del calcio italiano. A rappresentarla un nuovo arrivo, e che nuovo arrivo, nel giorno di un evento bello da vedere, con la sala stampa gremita, con i colori nerazzurri sullo sfondo, con l’88 della sua maglia, doppio 8 – perché quello singolo è il numero di Palacio – con la speranza che sia doppio anche il peso che l’acquisto del brasiliano avrà su questa stagione e nelle prossime.

LA MORALE - Ovvio che le sue parole abbiano fatto storcere il naso ai tifosi juventini (anche se il giocatore non ha citato nessuna squadra avversaria nelle sue parole...). E mica solo a loro. TuttoSport, giornale a tiratura nazionale, ha rimproverato il centrocampista verde-oro e la morale è stata pesante: “Eddai Hernanes: va bene la voglia di arruffianarsi subito la nuova piazza, va bene seguire le dritte di insiders nerazzurri di lungo corso; va bene perfino la storiella dei soldi che non hanno rappresentato il movente. Ci sta perfino, guarda, la cosa che l’Inter non è mai andata in serie B (è un dato di fatto, incontrovertibile). Ma arrischiarsi addirittura a dire che si tratta dell’unico club non coinvolto in scandali e che l’hai scelta perché sei uno che ama vivere in pace... Eddai Hernanes, davvero. La relazione Palazzi con annessa prescrizione è ancora lì che avvelena i rapporti interisti col mondo calcistico (non solo juventino). Lo scandalo Telecom, la vicenda Vieri, il passaporto di Recoba: hai presente? Poi guarda, se hai scelto l’Inter per vivere tranquillo, al di là di eventuali scandali, ragazzo, hai proprio sbagliato mira. Se c’è un luogo del pallone dove c’è sempre casino, quello è proprio l’Inter. Pazza Inter, amala pure, ci mancherebbe. Ma prima almeno informati bene".

LA VERITA' E' UNA SCELTA - Cosa importa se la relazione Palazzi è rimasta tale e la società interista non è mai stata processata: di solito serve un processo per decidere se si è o meno colpevoli. “Rinunciate alla prescrizione”, è l’urlo di chi non ha accettato che il club nerazzurro abbia preso uno scudetto nel 2006. Ma detto da chi è stato prescritto per doping è quasi un complimento. La vicenda Telecom poi, quella per la quale Vieri aveva chiesto nove mln, è stata fortemente ridimensionata nel 2012 dalla sentenza: Moratti – che indagava sui motivi per i quali il giocatore non riusciva a rendere più sul campo – è stato costretto a risarcire l’ex attaccante con un mln di euro. Il passaporto di Recoba? Oriali e il giocatore patteggiarono, pagarono la loro colpa. Qualche anno dopo Baldini ha spiegato: “Lele ha detto la verità, nel senso che mi chiese un consiglio, io gli dissi che sapevo che c'era una persona, che però non conoscevo, che si occupava di vedere se le carte erano in regola. Poi questa persona non si è rivelata a posto. Oriali non lo sapeva, nemmeno io. Lui ha molto sofferto per la macchia e mi dispiace”.

CAOS CALMO - Sempre casino all’Inter? Si, quella nerazzurra non è una squadra come le altre. Per esempio non è abituata a trattare i suoi giocatori come fossero soldatini. I suoi sono uomini che hanno saputo fare la storia e che stanno provando ad insegnare a chi è arrivato dopo come si (ri)fa, uomini che non considerano la vittoria come il loro unico simbolo, almeno non la vittoria che prescinde dai mezzi con la quale si ottiene, uomini che non si uniformano per obbligo alla dottrina societaria, ma che imparano ad amarla e l'amore non è una legge scritta.

SPECIAL - Tutte le squadre sono speciali, dicono. Ma la Beneamata lo è in maniera assolutamente unica, e il fatto che nessuno mai si sogna – sui giornali – di difenderla a spada tratta è solo una conferma. E di certo non ci sono stati motivi per farlo. Quattro anni fa per esempio, ha vinto tutto e quasi era stata una colpa: Mourinho in quegli anni ha lottato sul campo e fuori, dove puntuale ogni giorno la sua squadra era sempre quella che vinceva ma non brillava (e menomale!). Un triplete (che poi è diventato manita) che le altre squadre inseguono da allora come un’ossessione. Per la società nerazzurra è stato solo un sogno che nessuno aveva mai osato fare. Ma tant’è. 

Lucio qualche tempo fa aveva detto: “Gli scudetti della Juve sono quelli che dice la Juve”, ma allora non era stato uno scandalo. Anzi. Magari Hernanes, con quelle frasi, voleva ‘ingraziarsi gli interisti’. Ma la domanda è: chi fa informazione e scrive solo parte della verità, chi vuole ingraziarsi?