editoriale

Il derby della vecchia guardia e della nuova cattiveria

Tre partite, nove punti, un derby vinto. I primi dati, nudi e crudi, dicono che l’Inter è partita bene e che mai come in questa stagione ha saputo imporre il suo approccio positivo al campionato (e nel positivo metteteci tutto quello che di...

Sabine Bertagna

Tre partite, nove punti, un derby vinto. I primi dati, nudi e crudi, dicono che l'Inter è partita bene e che mai come in questa stagione ha saputo imporre il suo approccio positivo al campionato (e nel positivo metteteci tutto quello che di buono avete visto in campo finora). E' una cosa che ci ha stupito e che ha stupito molti, anche se tre partite rimangono tre partite. Numericamente parlando tre partite possono essere niente. O tutto. Ma questo lo dirà solo il tempo.

Intanto la squadra è stata rivoluzionata e il mercato chiesto ed ottenuto da Roberto Mancini ha sicuramente influito su questa rivoluzione. Ma non da solo. In occasione del derby, infatti, a fare una brillante figura è stata soprattutto la vecchia guardia. A partire da Samir Handanovic, che in porta si è fatto trovare pronto appena iniziata la partita e che non ha spento la concentrazione fino a quando non è finita. Juan Jesus è stato uno dei migliori, e poi Santon, Fredy Guarin che ha deciso il derby con il suo fantastico gol e Ranocchia nelle battute finali. La "vecchia guardia" ha risposto alla grande. La "vecchia guardia" non è da buttare via.

C'è una cattiveria nuova, che andrà necessariamente confermata. E non solo per il piglio di Felipe Melo, che si è già preso lo spazio necessario a tenere testa agli avversari. E' come se per un sacco di tempo fosse stato tutto immobile e i nuovi arrivi avessero scosso l'ambiente. Hanno creato spirito di concorrenza, ispirato fiducia, aggiunto esperienza. Così anche il vecchio è sembrato nuovo e per quanto l'Inter debba ancora migliorare in un sacco di cose è indubbio che sia già molto cambiata. I giornali hanno ripreso ad accostarla alla parola scudetto. Al di là del fatto che ciò sia più o meno ragionevole in questa fase ancora prematura del campionato, questo denota un cambiamento nella percezione che gli altri hanno dell'Inter. Non più necesseriamente destinata a fallire. Una sensazione che si impadronisce anche dei suoi avversari. E probabilmente anche della squadra stessa. Una sensazione che a rigor di logica promette battaglia. A questa battaglia i tifosi nerazzurri aspettavano da tempo di assistere. La battaglia per un derby. La battaglia per l'orgoglio. La battaglia per tornare a contare qualcosa. Noi siamo pronti.

Twitter @SBertagna

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