editoriale

Il favoloso mondo della prescrizione

Una vita ad attendere le motivazioni. Pronti ad aggrapparsi ad una frase apparentemente amica per cercare di plasmare l’opinione pubblica. Ritagliata e appesa al muro dei propri desideri. Per convincere tutti che il mondo parallelo nel...

Sabine Bertagna

Una vita ad attendere le motivazioni. Pronti ad aggrapparsi ad una frase apparentemente amica per cercare di plasmare l'opinione pubblica. Ritagliata e appesa al muro dei propri desideri. Per convincere tutti che il mondo parallelo nel quale si sono rifugiati anni fa esiste veramente. No, questa volta non andrà così. Le motivazioni relative alla sentenza del processo in rito abbreviato di Antonio Giraudo sono motivazioni dure che confermano le condanne e ne dipingono la gravità assoluta (leggi qui i passaggi più significativi delle motivazioni). Ribadita l'associazione per delinquere, si parla di fraudolenta alterazione dei risultati del campionato. Schede svizzere, intercettazioni, griglie arbitrali. Quindi, Giraudo prescritto ma non assolto. Pesano queste motivazioni ancora di più perché considerate dalla Juventus l'ultima spiaggia per esercitare rivendicazioni di tipo risarcitorio. Rivendicazioni? Risarcimento? La Juventus, alla luce di quanto appreso, dovrebbe fare una trentina di passi indietro. Anzi, trentadue.

In attesa di conoscere le motivazioni relative al rito ordinario (Moggi e De Santis) è triste constatare come gli spazi dedicati ai diversi protagonisti del processo siano completamente sbilanciati. E' sempre stato così. E giornali e giornalisti non sono esenti da colpe in questo processo. Soprattutto nella fase in cui Moggi decise di portare in tribunale "nuove" intercettazioni promettendo per mesi e mesi che presto avrebbe svelato la madre di tutte le intercettazioni dimostrando la sua innocenza. Intercettazioni decontestualizzate, trascritte in maniera scorretta e buttate in pasto alla stampa che, rinunciando a qualsiasi velleità di fare informazione, decise di cavalcare la battaglia di Moggi. Costringendo i pm a puntualizzazioni che in un paese civile sarebbero state inutili. Quasi fuori luogo. Costringendo il processo ad incanalarsi verso la prescrizione. Obiettivo raggiunto.

E' incredibile, ma se Moggi ha da dire qualcosa, le porte si spalancano. Studi televisivi, pagine di giornali e chi più ne ha più ne metta. Un trattamento riservato agli eroi, non ai condannati. Anche recentemente, saputa della sua assoluzione nel processo per diffamazione intentatogli dalla famiglia Facchetti la diffusione della notizia è stata immediata e virale. Cosa che invece non era successa nei precedenti gradi dello stesso processo, tenuto nel dimenticatoio finché non è improvvisamente apparso interessante. Questa disparità d'informazione è vergognosa. Che il pm Narducci abbia dovuto scrivere un libro per ribadire le verità di Calciopoli è vergognoso. Che l'Avvocato Catalanotti per sottolineare le sentenze debba alzare la voce è vergognoso. E sapete qual è la cosa più triste? E' che non abbiamo imparato nulla. Se non che c'è sempre una scappatoia anche quando si compiono atti fraudolenti e si costituisce un'associazione per delinquere. Prova ne sono i continui scandali nel nostro calcio, che ciclicamente ci fanno indignare. Evviva la prescrizione, che non vi fa sentire colpevoli e che vi dà ancora la forza di parlare, senza abbassare gli occhi per la vergogna. Il vostro mondo parallelo ha subito un duro colpo. Il vostro mondo parallelo ha finalmente un nome. Il favoloso mondo della prescrizione. Siatene fieri. Come sempre.

Twitter @Sbertagna

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