editoriale

Il lavoro sul campo e la fatica di parlare

Sabine Bertagna

Fosse per lui, ai microfoni ci andrebbe una volta ogni tanto. Walter Mazzarri non ama particolarmente dilungarsi davanti ai giornalisti per raccontare lo stato dei lavori o filosofeggiare su concetti calcistici. In conferenza stampa spiega il...

Fosse per lui, ai microfoni ci andrebbe una volta ogni tanto. Walter Mazzarri non ama particolarmente dilungarsi davanti ai giornalisti per raccontare lo stato dei lavori o filosofeggiare su concetti calcistici. In conferenza stampa spiega il suo punto di vista senza svolazzi, rifugge le polemiche, raramente si lascia andare. E' una questione di carattere. Mazzarri è un uomo di campo. Lavora per raggiungere gli obiettivi prefissati, non certo per spiegare agli addetti ai lavori ogni minimo particolare. Caratteristiche, queste, che non sono né pregi, né difetti. Semplicemente quando le cose non vanno benissimo tutto contribuisce a inasprirne i contorni. Anche una conferenza stampa sopportata con fastidio.

La comunicazione è importante anche e soprattutto in relazione all'ambiente nel quale ci si trova. Se parliamo di Inter bisogna sempre andarci con i piedi di piombo. Qui tutto ciò che si comunica (o che si evita di comunicare) fa notizia. Amplificato. Uno starnuto assume le sembianze di uno tsunami. Chi frequenta l'ambiente nerazzurro sa che è così e basta, a prescindere dal fatto che sia giusto o sbagliato. Forse è anche per questo motivo che Walter Mazzarri fatica ad instaurare un rapporto meno conflittuale e più sereno con la tifoseria. Le parole concrete che pronuncia, partita dopo partita, ricordano quanto la squadra nerazzurra sia normale e quanto ci sia ancora da lavorare per perfezionare un equilibrio. Non addolciscono le sconfitte, non esaltano i numeri. Mazzarri si concede il minimo indispensabile e ricorda, nella comunicazione, un ex allenatore nerazzurro: Rafa Benitez. Personaggi che amano lavorare in silenzio. Di base contano sempre e solo i risultati. Ma chi è più bravo a raccontarli ha una carta in più da giocare. Quella dell'appeal. 

Dopo la sconfitta con il Cagliari tutto è diventato più difficile. Il rumoreggiare allo stadio, i fischi, l'insoddisfazione nell'aria. In una conferenza Walter lo aveva spiegato. "Conosco le regole del gioco, è così." Ora bisogna trasformare tutto questo nella rabbia giusta. Quella che ti fa scendere in campo e spaccare tutto. Pur non essendo il suo campo preferito Mazzarri ieri ci ha provato. A trasmettere la sensazione di un'Inter pronta a dimostrare il suo valore. Con l'antica rabbia di altri tempi.

Twitter @SBertagna