editoriale

Il male minore o il meglio per l’Inter?

Qualcosa si è incrinato. Qualcosa nel tono delle ultime conferme relative alla permanenza di Walter Mazzarri sulla panchina dell’Inter è cambiato. Una sfumatura (quasi) impercettibile che disegna un’urgenza. Quella di ricucire il...

Sabine Bertagna

Qualcosa si è incrinato. Qualcosa nel tono delle ultime conferme relative alla permanenza di Walter Mazzarri sulla panchina dell'Inter è cambiato. Una sfumatura (quasi) impercettibile che disegna un'urgenza. Quella di ricucire il rapporto ormai deteriorato con la tifoseria. E non tanto perché sono i tifosi a dover metter becco nelle decisioni societarie (sarebbe impossibile accontentare tutti), quanto per arginare da un lato la disaffezione alla squadra e dall'altra patteggiare con quei fischi immancabili che alla squadra tanto bene non fanno. La situazione, in campo e fuori, è nera. La classifica dice che abbiamo perso molti (troppi) punti con le squadre più modeste e ci ricorda che dobbiamo ancora incontrare quelle più forti e collaudate. Siamo in ritardo. Di punti, di condizione, di autostima.

La nuova società sta tentando in tutti i modi di prendere decisioni razionali e di non farsi condizionare dalle urla del popolo. Per quanto ancora ci riuscirà? In situazioni come queste scatta la caccia al colpevole. Il primo della lista è quasi sempre l'allenatore. Un feeling mai scattato con i tifosi, quello di WM, che adesso rischia di degenerare. Mazzarri non sta lavorando nella migliore delle situazioni possibili ma la gente non vuole sentire alibi. Non più. Nonostante gli infortuni, nonostante la squadra sia tecnicamente più modesta di altre Inter, nonostante tutto. Il tifoso è stanco. E non risparmia nemmeno i giocatori, che a turno vengono criticati e sollecitati a fare di più. E' normale. L'Inter viene da un periodo che sembrava un purgatorio e che si è invece trasformato nell'inferno. Stagioni impigliate nelle scelte sbagliate, finti anni zero, e poi di nuovo punto e a capo. Spesso senza capo.

Adesso si sta cercando in tutti i modi di fare le cose giuste. Nel rispetto di una politica finanziaria severa, alla quale volenti o nolenti dobbiamo rendere conto. Che non ci staccherà gli occhi di dosso. Erick Thohir ha cambiato tantissime cose da quando è arrivato. Soprattutto ha cambiato gli uomini che lo affiancano in società. Salutati tutti gli eroi del Triplete, l'unico superstite di un'Inter passata è Javier Zanetti. Thohir, appena arrivato all'Inter, ha cambiato molto, moltissimo, ma non l'allenatore. Ha sempre dato fiducia a WM, da qui anche il prolungamento di contratto. Ora le cose sono impercettibilmente cambiate. La fiducia nell'allenatore c'è, ma la latitanza dei risultati unita allo scontento generale potrebbe diventare di difficile gestione. Le prossime decisioni di Thohir saranno condizionate dall'ambiente sempre più rumoroso e insoddisfatto? Sceglierà il male minore, economicamente parlando? Opterà per la decisione migliore per l'Inter? Prossima puntata il derby. Una puntata che, a questo punto, vale (quasi) tutta la posta in gioco.

Twitter @SBertagna