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Il tempo è tiranno. Chiuso il girone di andata si tirano le prime somme. Si guarda a chi ci precede in classifica e anche a chi ci tallona. Siamo nella cosiddetta terra di mezzo. Troppo instabili per essere giudicati sulla via della guarigione. La buona notizia è che finalmente si intravede una via. Roberto Mancini la sta puntando con decisione. Nella prima settimana di gennaio sono arrivati due rinforzi importanti. La tempistica era calcolata perché potessero aggregarsi al più presto al gruppo. Per contribuire quanto prima alla causa. Il lavoro abbonda.
26 punti, nono posto. 6 vittorie, 8 sconfitte, 5 pareggi. Esattamente come il Milan. -7 dal terzo posto. I numeri e la classifica raccontano che siamo in ritardo e che dovremo vedercela con squadre che possono contare su un'organizzazione e un'autostima più consolidate. La Samp di Sinisa Mihajlovic, per esempio. Stasera, in Coppa Italia, sarà una partita fondamentale. Prima di tutto per qualificarci e rimanere nella competizione. Poi perché ci dirà se rispetto alla partita con l'Empoli il nostro attacco è "rinsavito". Se possiamo essere pericolosi senza subire troppo. Se il secondo tempo contro la Juve e il primo contro il Genoa possono diventare la normalità più che l'eccezione. Una sfida tra due allenatori che fanno la differenza e che vorranno vincere a tutti i costi. Questo si aspetta il pubblico, stasera.
Mai come questa volta Mancini ha scelto di mettersi in gioco. Pochissimo tempo per raddrizzare la rotta e per amalgamare i nuovi arrivi. Una classifica non compromessa ma nemmeno troppo lusinghiera. Poco margine per i passi falsi. Una parola che non manca mai nell'analisi post gara? Il lavoro. C'è ancora tanto da lavorare. Ma in questo poco tempo il Mancio ha già espresso un'idea di gioco. Sgobbiamo ma sappiamo perché. Solo il tempo potrà dirci se tutto questo sarò servito a raggiungere quanto più ci preme. Si lotta anche contro di lui, purtroppo. Il tempo. Che non c'è.
Twitter @Sbertagna
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