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editoriale
Ai tifosi piace il calcio romantico. Il portafoglio di romantico ha poco, ma senza, nel calcio, fai poco o nulla. Di questi tempi si inciampa spesso in conversazioni sull'argomento. Di quanto si sarebbe potuto risparmiare portando a termine un'operazione piuttosto che un'altra. O di quanto si sarebbe potuto ottenere da una cessione, se solo si fosse agito in modo diverso. Diciamo che da fuori e con il portafoglio degli altri siamo bravi tutti. Nelle trattative le componenti sono talmente complesse che le decisioni si consolidano talvolta in maniera inaspettata. O assolutamente da copione.
Con Sneijder se ne va un fuoriclasse, un giocatore di quelli che alimentano i sogni, un pezzettino di calcio per il quale vale spesso la pena comprare un biglietto. Lo Sneijder che ricordiamo è un lontano parente di quello degli ultimi mesi/anni. Lo sappiamo e non ci prenderemo in giro su questo punto. Quello che era stato non si è più ripetuto negli anni e copiaincollare i ricordi sulla realtà (che di base è molto meno divertente) non ha mai fatto bene a nessuno. La malinconia che avvolge questa dipartita abbraccia una consapevolezza di respiro decisamente più ampio. Quella per i bei tempi andati, quando le vittorie erano frequenti e il portafoglio un problema di poco conto. Una malinconia che andrà superata con decisione, per evitare di ritrovarsi in un mondo che non esiste più. I sogni costano. Di questi tempi non poco.
Twitter @SBertagna
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