editoriale

Il resto Mancio

Sabine Bertagna

Forse è stato difficile, forse no. Quello che ha fatto oggi Erick Thohir ha ridato il sorriso ai tifosi nerazzurri. Li ha corteggiati, sorpresi, conquistati. Tutto questo con un colpo da maestro. Un solo nome echeggiava tra le pareti di Twitter,...

Forse è stato difficile, forse no. Quello che ha fatto oggi Erick Thohir ha ridato il sorriso ai tifosi nerazzurri. Li ha corteggiati, sorpresi, conquistati. Tutto questo con un colpo da maestro. Un solo nome echeggiava tra le pareti di Twitter, oggi. Roberto Mancini. Ci credete? L'uomo che ha fatto da spartiacque tra l'Inter che non vinceva nulla e la corazzata che iniziava il percorso per prendersi tutto. L'uomo che ha insegnato ai giocatori dell'Inter che sarebbe stata dura, ma che si poteva fare. L'uomo che dai pareggi era passato alle vittorie. E non si era (quasi) più fermato. Roberto Mancini. Da non crederci.

Erick Thohir ha fatto una scelta economicamente dolorosa. Ma lo ha fatto per il bene dell'Inter. Perché, parliamoci chiaro, così non si poteva andare avanti. Una frattura mai vista fra l'allenatore e i tifosi. Una distanza siderale tra le dichiarazioni del post partita di Mazzarri e la percezione della tifoseria. Una sintonia mai sbocciata veramente, nonostante (e questo va sottolineato) Walter Mazzarri non si sia mai risparmiato nel lavoro. Nonostante Mazzarri abbia dato tutto ciò che era in suo potere alla causa dell'Inter. Purtroppo non è bastato. All'Inter non basta mai.

E così Erick Thohir, dopo essersi presentato come il presidente della razionalità e dei conti, ha scoperto il suo lato più umano. L'Inter non è solo un business, come in tanti avevano scritto. L'Inter è passione e senza quella passione non si va da nessuna parte. Come si poteva esportare e vendere un marchio all'estero quando gli stessi tifosi meneghini avevano iniziato a disertare la Scala del Calcio? Ammaliare nuovi tifosi quando quelli vecchi sviluppavano una pericolosa disaffezione nei confronti dei propri colori? Domande che Thohir si sarà posto, con rinnovata urgenza, dopo Inter-Verona. La stessa storia, lo stesso finale. E nessuna svolta in vista. Perché? Come rimediare?

E come nei momenti più Morattiani della storia nerazzurra è scattato un esonero. Doloroso ma probabilmente necessario. Thohir ha compreso il momento e ha preso atto di una rassegnazione pericolosa. Per la squadra, che ormai subiva i fischi e la pressione di uno stadio improvvisamente straniero. Per i propri tifosi, incapaci di sostenere la squadra davanti a prestazioni sempre più scialbe ed incolori. Anonime. Senza possibilità di redenzione. Senza un futuro. Quando l'ambiente è contaminato nulla si può fare se non svoltare in maniera drastica. E lui lo ha fatto. Con decisione. Per la prima volta Thohir avrà compreso cosa è stata l'Inter per Moratti. Passione e follia. Quando ami qualcuno sei disposto a tutto. 

Il nuovo corso ha comunque mantenuto una posizione coerente anche su questa vicenda. Perché l'esonero di Walter Mazzarri non è coinciso con il compromesso di un traghettatore chiamato in gran fretta a soccorrere il salvabile. Niente Walter Zenga (che i tifosi avrebbero amato senza se e senza ma), niente Stefano Vecchi (che alla Primavera sta facendo cose egregie). E' arrivato Roberto Mancini. Il più costoso. Il migliore. E' arrivato quello che aveva fatto rialzare la testa all'Inter nei momenti più bui. E non sappiamo se succederà ancora, ma in fondo in fondo ci speriamo tutti. Che per lui sia un ritorno a casa. Che per noi sia un ritorno a sognare. Come ai vecchi tempi. Quando tutto era più semplice. Forse.

Twitter @SBertagna