editoriale

Il ritorno dei punti di vista

Sono tornati, ma forse non se ne erano mai andati. Angoli da dove un’immagine bianca sembra improvvisamente nera. Punti di vista applicati con criteri discutibili. Visioni totali e antitetiche che dividono e fanno discutere. Qualche tempo fa...

Sabine Bertagna

Sono tornati, ma forse non se ne erano mai andati. Angoli da dove un'immagine bianca sembra improvvisamente nera. Punti di vista applicati con criteri discutibili. Visioni totali e antitetiche che dividono e fanno discutere. Qualche tempo fa lo slogan preferito, che in casa Inter accompagnava regolarmente ogni vittoria, recitava conta solo il bel gioco. Magari eravamo stati cinici, concreti e senza svolazzi ed ecco allora tutti a cercare di trasformare i tre punti conquistati in qualcosa di negativo. Non sembra accadere la stessa cosa in casa dei rossoneri, che pur avendo agguantato solo un pareggio nell'anticipo di sabato pomeriggio hanno avuto il privilegio di veder esaltata la prova aggressiva e ordinata data in campo. Diciamo la verità. Dopo tanti anni di egemonia Inter, avere una nuova capolista in testa alla classifica è motivo di contentezza per molti. Se l'Inter del primo Mou veniva definita senza mezzi termini Ibra-dipendente si fatica a fare altrettanto con la squadra di Allegri, che deve praticamente tutto all'arrivo dello svedese. I gol, la grinta, la nuova dimensione di squadra capace di vincere. No Ibra no party. E poi ci sono gli episodi, che determinano vittorie, classifica e campionato. Un fallo di mano fischiato ad una squadra diventa un gesto involontario in un'altra. Un rigore indiscutibile in un'area non è più tanto evidente in un'altra. E via dicendo. Quest'anno l'Inter ha un nuovo ruolo. Quello di inseguitrice. E pensando ai punti di vista ci chiediamo quando tutti si accorgeranno di una verità lampante. La prima in classifica è la squadra più forte o questo campionato è davvero un campionato mediocre?