editoriale

IL RUMORE DEI NEMICI? UN AUSPICABILE ECCITANTE…

Daniele Vitiello

Entrare nella storia? Preambolo indispensabile per addentrarsi nella sei giorni nerazzurra: domenica 16 maggio e sabato 22 maggio, emozioni viscerali per scavare un solco invalicabile con le paure e i timori che attanagliano il popolo nerazzurro...

Entrare nella storia? Preambolo indispensabile per addentrarsi nella sei giorni nerazzurra: domenica 16 maggio e sabato 22 maggio, emozioni viscerali per scavare un solco invalicabile con le paure e i timori che attanagliano il popolo nerazzurro in queste ore, cercasi disperatamente pensieri soavi. Naturalmente nel progressivo avvicinarsi al momento della verità non potevano mancare le immancabili crisi Inter intestine e non: la stampa spagnola (madrilena) che cavalca quotidianamente l’ipotesi dell’approdo imminente di Mourinho al Real con il fido scudiero Maicon al seguito, il ribelle Balotelli spedito dall’educatore Raiola al Barcellona, la richiesta di revoca dello scudetto 2006 inoltrata dalla Juventus del neo presidente Andrea Agnelli e le rituali schermaglie aizzate con l’avversario di turno, per l’occasione il Siena, sorretto e sollecitato dal caloroso universo giallorosso sotto la fervida regia del presidente Mezzaroma e di qualche nostalgico cresciuto nella primavera giallorossa. La solita strategia masochista di quei buontemponi che non fanno altro che alimentare la sete di successo di un gruppo capace di arrivare al momento della verità nelle migliori condizioni psico-fisiche, cosciente delle difficoltà ma incredibilmente pronta ad avventarsi sulla gloria tanto agognata. Il famigerato “soli contro tutti”, marchio di fabbrica del Josè da Setubal, cavalcato dagli stravaganti avversari di turno. Iniezioni di autostima sesquipedale per chi non avesse ancora carpito il senso di graniticità dei nerazzurri: l’ennesimo, decisivo, autogol a tempo scaduto della concorrenza. Per il quieto vivere dei più ansiosi da non trascurare il rientro in pianta stabile dei due condottieri Lucio e Snejider, interpreti sontuosi per certe chiamate da dentro o fuori Un’ampia gamma di soluzioni per scardinare le resistenze di Siena e Bayern Monaco, e con essi i dilaniati avversari indiretti, “cultori di trespoli” e “animatori di macumbe ormai fuori concorso”. Poi nel momento dei bilanci stagionali ci si siederà intorno ad un tavolo (presumibilmente tra il 24 e il 26 maggio) e ciascuna delle parti in causa esporrà i propri ambiziosi piani futuri. Piaccia o non piaccia questo è il filo conduttore che lega l’empatia nerazzurra. Su un punto, incontrovertibile, converge il pensiero dominante: questi dieci giorni segneranno la storia recente e indirizzeranno fortemente i piani futuri del Club. Ma per chi vive consapevole e padrone del proprio destino non può che essere un passo sostanziale e naturale verso una normalità che mai, in passato, si era sposata con un dna esageratamente eccentrico e squilibrato. Magari nel day-after di Madrid saremo costretti a registrare l’epilogo di una splendida avventura, orfani di un fine condottiero scappato ad inseguire il suo destino, ma coscienti e arricchiti per un’eredità trasudante, ormai consolidata, che rappresenterà la pietra miliare su cui fondare il nuovo e avvincente corso. Se anche Josè da Setubal se ne dovesse andare, lor signori, festanti in pompa magna, non pensassero di aver finalmente raggiunto il mai celato obiettivo: l’imperante verità relativa (particolarmente attiva in questi giorni) troverà, volente o nolente, nobili oppositori a contrastarla: cogito ergo sum.