editoriale

IL SILENZIO DEI COLPEVOLI

Sabine Bertagna

E’ calato il silenzio, come una fitta coltre di neve venuta a seppellire suggestioni impossibili. Chi fino a ieri sera alzava ancora la voce per rivendicare una presunta giustizia, nutrita e tenuta in vita in un universo parallelo, oggi...

E' calato il silenzio, come una fitta coltre di neve venuta a seppellire suggestioni impossibili. Chi fino a ieri sera alzava ancora la voce per rivendicare una presunta giustizia, nutrita e tenuta in vita in un universo parallelo, oggi tace. Nessuna traccia dell'adrenalina che scorreva a fiumi prima della senteza. Silenzio sulla prima pagina del quotidiano sportivo torinese. Silenzio sui profili Twitter di illustri giornalisti abituati solitamente a precisazioni petulanti e cariche di arroganza. Silenzio. E' finita. Si andrà in Cassazione, ma quanto deliberato ieri in Appello dal tribunale di Napoli ha lo stesso sapore dell'ultimo punto di un romanzo. Quello per il quale si chiude il libro e lo si ripone. Finalmente.

E non lo ricorderemo come un bel libro perché si è trattato di di un romanzo criminale. Da qui non si scappa. Confermata l'associazione a delinquere, non solo per Luciano Moggi, che per anni ha rappresentato la Juventus in ogni sede possibile (difficile pensare di separare i due destini), ma anche per l'ex designatore Pierluigi Pairetto e l’ex vicepresidente federale Innocenzo Mazzini. Bergamo è rinviato ad un nuovo giudizio per un vizio di forma. La cupola non era un'invenzione fantastica. La cupola esisteva e operava. Condannati anche gli arbitri, che avevano rinunciato alla prescrizione. Le ultime arrampicate sugli specchi che tentavano di palesare un improbabile scenario con Moggi vittima, costretto a comprare sim svizzere per fare mercato e difendersi dall'Inter, sono scivolate via come fiocchi di neve troppo deboli per attaccare. Inconsistenti. Nemmeno l'ultima madre di tutte le intercettazioni ha potuto cambiare qualcosa. Spazzata via da una decisa folata di vento. Mai come in questa occasione opportuna.

Considerevole riduzione di pena è la parola chiave che passa oggi su tutti i giornali per spiegare i 2 anni e 4 mesi di Moggi contro i 5 anni e 4 mesi richiesti inizialmente. Ma in realtà tre anni vengono "cancellati" da una parola molto cara agli juventini. La prescrizione. Moggi, condannato e dunque prescritto. Le frodi sportive sono state giudicate estinte proprio per questo motivo. Da qui la "riduzione" di pena. E del regno della prescrizione fanno parte da ieri anche Diego Della Valle, Andrea Della Valle, Claudio Lotito, Leonardo Meani, Claudio Puglisi, Stefano Titomanlio, Salvatore Racalbuto, Sandro Mencucci. Sarà anche per questo che è sceso il silenzio. Gelido e immobile. Siamo ad un punto di non ritorno. Rivendicare scudetti, minacciare ricorsi e appropriarsi di una falsa innocenza suonerà ancora più surreale da oggi. Forse qualcuno smetterà di farlo. Altri torneranno ad abitare il loro universo parallelo come hanno sempre fatto, lanciando strali sempre più deboli. Con un tono di voce al limite del patetico. Rimane la certezza delle condanne. La parola fine su una delle più terrificanti pagine della storia del calcio italiano. E che oggi allo specchio ha ritrovato la sua vera identità anche grazie a questo affascinante silenzio. Il silenzio dei colpevoli.

Twitter @SBertagna