editoriale

Il tonfo degli dei

No, segnare dopo nemmeno un minuto non è propedeutico alla vittoria. Nemmeno se il gol è così impensabile che mentre segui la sua traiettoria assurda capisci che finirà esattamente là dove vorresti che finisse. Ma quando prendi gol su palla...

Sabine Bertagna

No, segnare dopo nemmeno un minuto non è propedeutico alla vittoria. Nemmeno se il gol è così impensabile che mentre segui la sua traiettoria assurda capisci che finirà esattamente là dove vorresti che finisse. Ma quando prendi gol su palla inattiva capisci immediatamente che non sarà una passeggiata. Perchè oggi il centrocampo gira, l'attacco punge, ma dietro si aprono le acque. Ritrovi il tuo Principe migliore, quello che non segnava dalla finale di Madrid. Lo ritrovi nelle finte, nelle improvvise accelerazioni e nel tanto agognato gol. Poi qualche rimpallo, ansia in area, la tua, ed è il pareggio dello Shalke. Ma nella serata della disfatta tutto deve avvenire nel più esasperato dei modi. Con il volume al massimo, ché se ne abbia il giusto sentore in ogni dove. E allora ti ritrovi a tremare quando un Edu qualsiasi si trova la palla tra i piedi e avanza pericolosamente verso Julio Cesar. E devi distogliere lo sguardo quando Ranocchia interviene e spedisce la palla nella rete sbagliata. E' tutto sbagliato stasera. Lo Shalke 04 sembra l'Inter di Mourinho: pochi passaggi ma pragmatici e visione cinica sotto rete. Ti ritrovi a pensare: ma non siamo noi i campioni d'Europa? E l'Inter di Leo a che cosa assomiglia? Facce stravolte e stanche: nemmeno l'orgoglio arriva dove non arrivano le gambe. Ci piace l'idea che il calcio sia allegro e fantasioso. Chiediamo una sola cortesia. Quella di mantenere intatto un briciolo di dignità. Come lo lasciamo decidere a chi di dovere. Ovunque la si guardi questa partita manca sempre qualcosa, che sembra infinitesimale ma è fondamentale. Sbagli gol, rimani in dieci, ci provi, ma non è mai abbastanza. Non questa volta. E allora ti devi arrendere al peso di una stagione che non ti può più concedere quello a cui sei stato abituato. E' stato magnifico essere lassù per così tanto tempo. Ci eravamo ormai abituati a respirare la stessa esaltante aria che respirano le divinità immortali. Ma noi, immortali non siamo. Non più. Stasera gli dei si sono risvegliati nella loro devastante normalità. Perchè scoprire tutto questo con una banale sconfitta per una rete a zero, se puoi lasciare la scena con una partita che nessuno dimenticherà mai? Signore e signori, ecco a voi l'epilogo peggiore al ciclo migliore. E' nella nostra indole. Nel bene e nel male noi siamo così. Fottutamente eccessivi. E mettete da parte la nostalgia. Stasera non c'è posto nemmeno per quella...