editoriale

In buone mani

Sabine Bertagna

Non siamo bravi a dirci addio. E quando ci dicono che é arrivata l’ora non siamo pronti. Quasi mai. In questo caso se ne va un pezzo di Inter notevole. Mani generose che hanno fermato palloni (tanti), strappando i sogni dai piedi degli...

Non siamo bravi a dirci addio. E quando ci dicono che é arrivata l'ora non siamo pronti. Quasi mai. In questo caso se ne va un pezzo di Inter notevole. Mani generose che hanno fermato palloni (tanti), strappando i sogni dai piedi degli avversari. E rendendoli nostri. Julio Cesar fa i bagagli. I ricordi non ci stanno in un editoriale. Sono tanti, troppi. Raccontano prima che la storia di un portiere, la storia di un portiere nerazzurro. Nessun caso in tutto questo. I grandi amori non iniziano mai per caso. 

Non siamo bravi a dirci addio. L'Inter deve ricostruire e guardare al futuro: salutare il passato é la cosa più difficile. Mai come quest'anno la società ha sposato una linea con tanta coerenza. C'erano ingaggi alti che non potevano più continuare ad esistere. Il regime low-cost non é una prerogativa dei nerazzurri, ma un'imposizione universale che sta sfoltendo le rose di tutte le squadre. Nel caso di Julio la società ha ritenuto che fosse il caso di investite in un nuovo nr. 1. Prima ancora che Julio fosse andato via é arrivato Handanovic. Uno forte. Un discorso che prima o poi si sarebbe dovuto affrontare. 

Certo. Vendere Julio prima di avere già in casa il suo successore forse avrebbe aiutato a non svalutarne il prezzo. Una riduzione dell'ingaggio avrebbe portato ad un accordo con la società? E Julio avrebbe fatto il secondo di Handanovic, visto che quest'ultimo era la prima scelta? Sono tutte supposizioni, nessuna certezza. In questi mesi si sono dette molte cose. Probabilmente troppe. In bilico tra la gratitudine e quell'atteggiamento che si riserva a chi non indossa più la nostra maglia, i tifosi si sono schierati. Non senza sofferenza.

Non siamo bravi a dirci addio. Eppure prima o poi dovremo imparare. Ci deve essere una via di mezzo tra il sentimento di vedovanza e quello che vorrebbe voltare pagina il prima possibile. La buonuscita, criticata da molti, rappresenta un accordo quasi inevitabile quando c'é un contratto in essere che vuole essere risolto anzitempo. Ma tutto questo é già quasi storia vecchia. A Julio Cesar auguriamo il meglio. Pieni di riconoscenza per quelle vittorie strappate con fatica, gioie troppo grosse per essere raccontate. Chi le ha vissute sa che non deve aggiungere nulla. Solo un grazie. A margine di un abbraccio e di una promessa. Non ti dimenticheremo, Julione. Di questo puoi starne certo. 

Twitter @SBertagna