editoriale

In caduta libera: urge una scossa. Il ciclo è finito ma a tutto c’è un limite!

Alessandro De Felice

Potete vincere? Altrimenti non so più cosa dire per provare ad analizzare in maniera diversa le vostre partite! Grazie Marco. Basterebbe un ‘copia e incolla’ delle considerazioni già espresse contro Bologna, Novara e Lecce per...

Potete vincere? Altrimenti non so più cosa dire per provare ad analizzare in maniera diversa le vostre partite! Grazie Marco.Basterebbe un 'copia e incolla' delle considerazioni già espresse contro Bologna, Novara e Lecce per spiegare, a chi non l'ha vista, come è andata la gara contro il Marsiglia. Modesta squadra di League 1 francese, attualmente al quinto posto, dotata di fisicità ma poca tecnica. Se poi a tutto questo, ci aggiungete il fatto che la nostra squadra ha dato una grossa mano per permettergli di giocare in maniera tranquilla...ANTE-POST. Pronti via, subito le prima sorprese di formazione: attacco inedito formato dall'unica punta Forlan supportato da Zarate e Sneijder. Purtroppo i risultati sono evanescenti se il centrocampo non riesce a supportare bene l'azione offensiva e se Zarate è tristemente come sempre in giornata 'no'. Non che Sneijder faccia di più, ma preso in mezzo alla morsa di difensori e centrocampisti avversari, non ha la possibilità di inventare quasi niente. L'unica palla gol degna di nota arriva proprio nel primo tempo tramite uno scambio Cambiasso - Forlan che porta l'uruguagio a colpire il pallone di punta impegnando severamente Mandanda. Dopo di ciò, il nulla si è impossessato dell'Inter. Squadra lenta, incartata, arruginita, non in grado di riuscire a fare tre passaggi di fila e a presentarsi di fronte al portiere avversario. Una squadra come il Marsiglia, nel campionato italiano, avrebbe vita dura a conquistare un posto in Europa. Ma avendo già perso contro avversari, con tutto il rispetto, di basso rilievo, anche il pareggio sembrava manna dal cielo. Invece no al 92' ci pensa Ayew, dopo essersi reso pericoloso in altre due occasioni, a insaccare di testa su corner. Gli basta chinare il capo per colpire la palla, dato che Chivu si disinteressa totalmente dell'uomo e va letteralmente a farfalle.

ATTACCO. Evanescente come sempre. Non si segna da quel 4 a 4 rocambolesco contro il Palermo. Gli innesti di Forlan e Zarate aggiungono poco e nulla a quello che hanno fatto nelle ultime settimane Milito e Pazzini, specialmente se il capitano dell'albiceleste è lasciato isolato in avanti in mezzo a due bestie come Diawara e Nkolou. Milito si scalda inutilmente per tutto il secondo tempo, quando poi ad entrare è Obi. Non sarebbe stato meglio provare il tutto per tutto, visto che lo 0 a 0 avrebbe costretto ugualmente a lottare per una vittoria al ritorno? Un atteggiamento cosi abbottonato, di fronte ad avversari non certo di prim'ordine, è segno di arrendevolezza. Il problema è che ormai l'hanno capito in troppi, forse tutti. Un tempo si giocava per vincere, adesso invece ci si accontenta anche di non prendere gol. Forse siamo troppo buoni a considerarla solo la fine di un ciclo...

CHIVU. "Non sono un terzino, ma un difensore centrale" disse in tempi non sospetti. Alla base del ruolo di difensore centrale c'è la capacità di marcare un uomo, specialmente su calcio d'angolo. Bene, non solo fa male il terzino, ma riesce anche a far peggio quando si trova nella posizione centrale dell'area di rigore. Riesce a far segnare di testa Ayew, mostrandosi molle nel contrasto e allontanandosi nel momento dell'impatto con l'attaccante. Se si ha paura, in campo non si scende. Inutile lamentarsi se poi le prestazioni fornite sono queste.SENILITA'. L'Inter purtroppo è stata colpita da un grave attacco di senilità. Degli undici scesi in campo questa sera dall'inizio, solo due giocatori (Zarate e Sneijder) erano al di sotto delle 30 primavere. E se si fa ancora maggiore attenzione, è la stessa formazione del Triplete con due anni in più e due campioni in meno: Eto'o e Thiago Motta. Che fine hanno fatto i giovani su cui si voleva puntare? Ci si è reso conto che non sono forse all'altezza della maglia dell'Inter? Se sarà epurazione a Giugno, dovrà comprendere tutti, dai più anziani ai più giovani. Abbiamo giocatori di 39 anni e altri di 18: manca quella fascia di giocatori venticinquenni con una già maturata esperienza alle spalle che gli permetterebbe di indossare, senza sentirne troppo il peso, la maglia nerazzurra.

APPELLI. Siamo alle solite con le dichiarazioni della squadra che sembrano quelle di un disco rotto: "Tutti a San Siro nella gara di ritorno", "Vogliamo un San Siro pieno", "I tifosi per noi sono fondamentali", "Noi per il ritorno ci crediamo". Che la fierà dell'ovvietà abbia inizio! Il pubblico interista sarà di certo presente per incitare la squadra , l'importante è che il vuoto non sia in campo piuttosto che sulle tribune.Forse è arrivato il momento di 'twittare' di meno e impegnarsi di più sul terreno di gioco. La maglia che si indossa va onorata, perchè va bene la riconoscenza, va bene il fatto che abbiamo vinto sino a pochi mesi fa, ma le sconfitte non devono diventare la normalità. C'è un limite anche per quelle...twitter @marcorizzo1986