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Ci sono cose che nel calcio non puoi prevedere. Gli infortuni, per esempio. Quelli improvvisi, che ti privano del giocatore nel suo momento migliore. Così è stato per Coutinho, che nella partita contro il Partizan si stava esprimendo molto bene e dopo soli venti minuti si è visto costretto ad abbandonare il campo (frattura d'impatto del margine anteriore della tibia). Quelli portati dalla sfiga. Perchè perdere contemporaneamente Samuel e Ranocchia (rispettivamente lesione muscolare all'aduttore e lesione muscolare al polpaccio) non si può chiamare in molti altri modi. Anche il centrocampo non se la passa benissimo. Ci sono gli infortuni reiterati, come quello di Obi (problema muscolare), che non ti concedono il tempo di valutarne gli effettivi miglioramenti perché se ne verifica subito un altro. E come quello di Mudingayi (lesione al collaterale interno del ginocchio sinistro e lesione muscolare all'adduttore della gamba destra). Inutile dire che lo stiramento di Guarin, che adesso è in fase di valutazione, non abbia di certo contribuito ad alleggerire la situazione lì nel mezzo.
E poi c'è lui. Il nr. 10. Wesley Sneijder e quel problema alla coscia che non migliora, nonostante le cure. Wes non gioca dalla partita con il Chievo. Ed era fin troppo semplice fare un parallelismo con l'anno precedente, quando la striscia positiva dell'Inter era coincisa con il suo infortunio. Il rientro di Sneijder è un punto di domanda al quale Stramaccioni tenterà in tutti i modi di dare la risposta giusta. Che si stia parlando di un fuoriclasse è indubbio. Ma oltre a recuperare la parte fisica, bisognerà spingere anche su quella motivazionale. All'Inter serve uno Sneijder. Ma uno Sneijder da Inter, non uno qualsiasi.
Twitter @SBertagna
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