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Inter, in questo momento va bene anche così. Su Inzaghi una bugia da allontanare
L'errore in cui si rischia di incorrere quando si pensa al turnover effetuato ieri sera da Inzaghi è che sia stato una scelta più che un obbligo. Le contingenze che hanno accompagnato l'Inter in Svizzera suggeriscono, invece, ben altre considerazioni. Partendo dall'infermeria, in cui ancora si trovano i due play di ruolo e Acerbi, senza contare Zielinski appena rientrato dai box e altrettanto Barella, costretto però agli straordinari. Ma non è tutto.
Perché il terreno sintetico, che inevitabilmente ha inciso anche sul forfait a gara in corso di Carlo Augusto, era insidia da dover calcolare e perché il calendario, già compresso di suo (basterebbe questo a prescindere), metterà in palio tra tre giorni punti e gloria nel derby d'Italia contro la Juventus. Gara da non sbagliare anche per evitare che il Napoli scappi via. Insomma, abbastanza per sostenere che no, Simone Inzaghi non ha sottovalutato l'avversario e non ha sbagliato la formazione.
La premessa è lunga, ma doverosa. Tiene conto di quello che potrebbe essere il pensiero intrusivo nell'ambiente e in alcuni addetti ai lavori. L'Inter ha certamente sofferto più del previsto, ma questo è un altro discorso, che perlopiù si lega a lacune strutturali e prestazioni purtroppo non tutte all'altezza. I singoli ci hanno messo del loro, contribuendo a rendere più incerta una partita che in ogni caso, con quelle premesse, non poteva essere una passeggiata.
Barella ha confermato che no, quella non sarà mai la sua porzione di campo. Arnautovic che avrebbe potuto togliere le castagne dal fuoco, ha invece spostato a sfavore l'inerzia già incerta della partita. La solita dose di errori più o meno clamorosi sotto porta ha fatto il resto. L'hanno decisa poi i subentrati e anche quello è indizio da non confondere: può solo confermare quanto importante sia stato tenerli a riposo per un'ora e più.
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