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editoriale
Inzaghi ha mandato a scuola di “sofferenza” la sua Inter: ora è un’arte, guardate Bisseck
Dello spogliatoio dell'Inter ci piacerebbe conoscere molte più cose di quante ce ne siano date a sapere. Perché i movimenti di gioco e di abbracci che questo gruppo sta mettendo in scena profumano di qualcosa di magico e indissolubile. L'Inter è squadra in ogni attimo della quotidianità. Lo è quando scende in campo e lo è quando festeggia una vittoria importante - come quella di ieri sera - lontano dalle telecamere. Lo è sui social, non prendendosi troppo sul serio quando c'è da scherzare su un'esultanza o sull'abbigliamento stravagante dei compagni. Lo è soprattutto in alcuni momenti delle gare. Quelli meno felici.
Non c'è scuola migliore di quella che ti costringe ad attraversare le difficoltà per crescere. Certo, devi essere bravo a non farti travolgere dal loro peso e contemporaneamente a non perdere le occasioni importanti per rimanere in gara. Simone Inzaghi ha fatto tesoro dei primi due anni all'Inter e lo ha fatto attraversandoli senza mai negare le imprecisioni, qualche errore di gestione, i fatti avversi. Ma da questa traversata ha estratto una forza e un potere, che ora riconosciamo in ognuno di questi giocatori giustamente applauditi dal popolo interista. E non stiamo parlando solo della vecchia guardia. Ieri Bisseck, nel primo scorcio di gara, ha sofferto. Un po' per il grado di difficoltà dell'avversario che non gli permetteva di rilassarsi, un po' per la posizione per lui ancora difficile da mantenere, un po' perché nelle letture difensive c'è ancora tanto da imparare. Ieri Bisseck ha sofferto ma in quella sofferenza ha trovato la sua forza. Un piano per uscirne. Lui non ha mai mollato, i compagni lo hanno aiutato e coperto quando serviva. E la sua prestazione piano piano è cresciuta di intensità e di precisione. Personalità da vendere e fiducia totale di Inzaghi. Bisseck è la faccia dell'Inter di Inzaghi, che in un meccanismo di equilibri incredibili può inserire nuovi interpreti lasciando loro anche il margine per imparare e crescere. L'Inter non ha solo vinto contro la Lazio, allungando in classifica e salutando dall'alto della vetta le avversarie. Lo ha fatto ancora una volta sfoderando la sua arte migliore. Rimanere lì in attesa quando la partita ancora non si è sbloccata, soffrendo con intelligenza. Al momento opportuno, come il predatore fa con la sua preda, ha aggredito con ferocia. E no, non chiamatela fortuna. È la capacità incredibile di trasformare la sofferenza in un'opportunità. In una lezione. L'Inter di Inzaghi è anche tutto questo.
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