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Da 10 e lode. Sono dieci le vittorie consecutive dell'Inter e soprattutto decima vittoria su dieci in trasferta. Numeri da record, numeri che difficilmente erano ipotizzabili ad inizio stagione.ANTE-POST. Qui prima di analizzare gara e formazione c'è da soffermarsi su un grosso problema: ogni undici che scende in campo riesce a conquistare la vittoria. Il problema è ovviamente per gli altri. Non esistono titolari e riserve. La panchina quest'anno è davvero ottima e Stramaccioni può attingervi come meglio gli pare. Se non segna Milito i gol li fa Palacio, se si infortuna Mudingayi, si sdoppia Guarin che corre e segna, se Livaja viene sostituito dopo una prova egregia, Cassano anche in soli dieci minuti sa come fare per mettere un proprio compagno davanti al portiere. E' una gran bella Inter niente da dire. Nel primo tempo c'è ancora forse da smaltire le tossine di Sabato scorso, si rischia poco, tranne nel caso dei due colpi di testa di Ivanov, ma per il resto scorre tutto liscio come l'olio. Nel secondo tempo entra il Re Mida di Coppa, Palacio, che trasforma tutto in oro ciò che tocca. Guarin crossa dal fondo e lui appoggia di petto alle spalle di Petrovic. Anche sul secondo gol Guarin ci mette lo zampino, lancio sempre per l'argentino che si invola da solo davanti a Petrovic e lo ribatte. Dopo tanto lavoro sporco però arriva anche la gloria per Guarin, grazie a un delizioso assist di Cassano che gli permette di battere a rete e riuscire a fare il terzo gol. Alla fine Handanovic concede l'onore delle armi a Tomic al 90', permettendogli di segnare il gol bandiera che rende meno amara questa sconfitta ai serbi.
(S)HANDANOVIC. A.A.A. Vedove di Julio Cesar cercasi. Tante le critiche mosse alla società dopo aver ceduto il portiere che con i suoi magici voli ci aveva permesso di vincere tutto. Ma qui signori, è arrivato il degno erede. Un numero uno come pochi se ne vedono sui campi italiani, con buona pace di Viviano and co. Al 35' minuto con due interventi consecutivi su due colpi di testa di Ivanov si guadagna lo stipendio sino a fine mese. L'intervista finale poi chiude il cerchio: “chi non segna, rischia di subire il gol” quasi a voler dire: voi fate il vostro davanti che qui dietro ci penso io.
RE MIDA. Palacio è stato quasi una scelta dovuta dopo non essere arrivati a Lucas e Lavezzi e con il senno di poi, tanto di cappello a Branca e Ausilio per aver preso un argentino, sinonimo di garanzia e serietà. Anche stasera gli basta poco per andare a segno. E' un killer spietato. Tutto ciò che tocca si trasforma in oro. Chapeau.
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