editoriale

Inter, ufficio cambi valuta estera

Lorenzo Roca

Alla faccia dell’annata difficile! Per quanto fosse preventivabile un periodo transitorio, pochi si aspettavano un tracollo così drammaticamente verticale dell’Inter in questa stagione. La maledetta stagione ha attenuanti indubbie come ad...

Alla faccia dell’annata difficile! Per quanto fosse preventivabile un periodo transitorio, pochi si aspettavano un tracollo così drammaticamente verticale dell’Inter in questa stagione. La maledetta stagione ha attenuanti indubbie come ad esempio l’infinita sequenza di infortuni, che ha scarnificato una rosa pur numericamente pasciuta, unita a qualche svista arbitrale di troppo che ha contribuito a rallentare ulteriormente la già pencolante marcia del carr(ett)o nerazzurro.

Al netto delle attenuanti, restano evidenti gli errori commessi. Che la situazione sia precipitata dalla maldestra gestione del caso Sneijder? Chi può dirlo… Vero è che l’affaire Wesley ha avuto pesanti ripercussioni endogene che, come il più subdolo dei virus, hanno scatenato devastanti patologie a catena che hanno condotto allo stremo il malfermo corpo interista. Inoltre non si può fare a meno di notare che alcuni episodi più acuti della crisi, si sono verificati anche quando l’infermeria non era così affollata. La sconfitta di Udine fu il primo, severo campanello d’allarme in tal senso. Poi seguirono tremende disfatte in terra toscana con le rovinose campagne di Siena e Firenze, sì brutte da non sembrare nemmeno reali.

A marzo Moratti, percependo distintamente la gravità della situazione, ha cogitato il cambio di allenatore, subito, poi il tepore del guanciale notturno gli ha addolcito le intenzioni. Conferma di Stramaccioni quindi, arricchita da un bouquet di veri o finti attestati di stima e promesse per un saldo futuro sulla panchina più difficile d’Italia. La pioggia di sconfitte però non si è fermata, e l’Inter sembra in quest’ultima parte della stagione come quei personaggi-fantoccio nei film di Bud Spencer e Terence Hill, destinati a una serie di inevitabili ceffoni e obbligati a rialzarsi continuamente per onorare la parte. Automatico quindi sentire la solita nenia con i nomi atti a sostituire Sor Andrea nella prossima stagione: Lucescu (ha rifiutato, sono furbi i rumeni), Spalletti (e chi glielo fa fare di uscire dalla piscina di rubli in cui nuota felice?), Mazzarri (dai, anche no), Blanc (vuole un contratto di almeno 3 anni che va contro la natura ghigliottinesca di Moratti), Donadoni (non scherziamo).

La situazione è quindi, a oggi, oggettivamente criptica, per usare un imbelle eufemismo. La squadra, quasi sempre sconfitta, viaggia su incertezze assolute, che toccano ogni ambito. Dell’allenatore abbiamo detto, ma le afflizioni sono ovunque: lo staff medico è stato decisamente fallace nel prendersi cura della salute dei giocatori, non si chiede Doctor House ma almeno di non avere bollettini da battaglia di Verdun dopo ogni partita. L’apparato dirigenziale ha mostrato grosse falle a livello comunicativo e operativo, anche qui ogni giorno salta fuori un nome, mancano giusto quelli di Mastro Lindo e Spiderman. Nella speranza che arrivino nuovi soci, al momento solo immaginari, si prefigurano acquisti milionari che le ansimanti casse nerazzurre non consentono. Sono pertanto poco terse (altro eufemismo generoso) le basi sulle quali ricostruire una squadra totalmente a pezzi.

Orfani dell'Europa, bisognerà per forza tagliare giocatori, a meno che non si confermi l’attuale équipe medico-sanitaria, in tal caso è sì necessario un plotone di 50 giocatori così da arrivare ad aprile-maggio con una dozzina di arruolabili.Dei cinque nuovi acquisti l’unico che potrebbe garantire un salto di qualità sensibile è Rubencito Botta, che fresco di firma ha sentito l’esigenza partecipativa di fracassarsi il crociato anteriore, della serie “lassù qualcuno ci ama”. Per il resto, al momento le grigie nubi meneghine chiudono il guardo dell’orizzonte interista, non resta che invocare un vento nuovo (monsoni, ghibli, scirocchi o chinook che siano) che mondi l’aria interista e sia possibilmente imbrifero quanto a valuta estera. Corso Vittorio Emanuele come una sorta di ufficio cambi, qui si accetta ogni tipo di valuta: dollari, rupie, rubli, sterline, sesterzi, lingotti, dobloni e marenghi genovesi. Con riserva Bitcoin e banconote del Monopoli. No commissioni.