editoriale

ISTRUZIONI PER UN ADDIO

Di allenatori che lasciano le proprie squadre di club, nella storia del calcio, ce ne sono stati tanti. Esoneri, addii, ripensamenti, ogni anno la stagione ce ne propone sempre di nuovi. Quello di Mourinho però è stato davvero un brutto addio....

Alessandro De Felice

Di allenatori che lasciano le proprie squadre di club, nella storia del calcio, ce ne sono stati tanti. Esoneri, addii, ripensamenti, ogni anno la stagione ce ne propone sempre di nuovi. Quello di Mourinho però è stato davvero un brutto addio. Voglio partire da oggi pomeriggio, avendo visto delle scene che mi hanno fatto pensare molto, quelle relative alla separazione tra Cesare Prandelli e la Fiorentina. Il tecnico ex viola è ormai destinato a raccogliere il testimone di Lippi, alla guida della nazionale italiana, alla fine della rassegna mondiale. Ci ha tenuto però quest'oggi a salutare quelli che sono stati i suoi tifosi nelle ultime cinque stagioni affacciandosi alla finestra del Franchi accolto da un bagno di folla che lo acclamava ancora e che lo ringraziava per il lavoro certosino svolto in riva all' Arno. Ci ha messo la faccia e non è scappato via senza proferire parola alcuna.Mourinho invece, è stato sempre acclamato dalla stampa italiana come un grande comunicatore, ma nelle ultime settimane di permanenza all'Inter ha provveduto a celare questa sua qualità anche a discapito di noi tifosi. Dopo la vittoria della Champions, tutti ci saremmo meritati di vederlo a San Siro ad alzare quella tanto agoniata coppa dalle grandi orecchie che tutti aspettavamo da 45 anni. Lui ci ha lasciato invece cosi, dichiarando subito la sua intenzione di allenare il Real Madrid nella prossima stagione e lasciando il Bernabeu su una delle macchine del presidente Perez. Noi tifosi sapevamo già che al 99% ci avrebbe abbandonato dopo il 22 Maggio, ma avremmo gradito che le sue intenzioni ci venissero comunicate dopo due o tre giorni, non nell'immediatezza della festa. E cosi via tutti a festeggiare, addirittura Arnautovic oggetto misterioso della stagione e vera anima della festa, senza scorgere l'ombra del mister che ci ha accompagnato per due anni e che abbiamo contribuito, anche noi, a rendere un vero e proprio vincente. Il tutto stride con le dichiarazioni antecedenti la gara e con quell'attaccamento e quell'amore che ha dimostrato verso i nostri colori.Ora ci si trova nell'antipatica questione di dover intraprendere forse le vie legali per la rescissione di questo contratto, come se il Real Madrid non avesse le capacità economiche per affrontare tale spesa. Ma colui che ci perderà di più sarà certamente lo stesso Mou, che in pochi giorni con il suo atteggiamento sta facendo cambiare idea su di lui anche a molti tifosi interisti. Grati certo per averci portato alla conquista della Champions League, ma in combutta col tecnico per quel suo amore nei nostri confronti cosi tanto paventato e poi dissolto in una notte di Maggio.A questo punto bisogna solo ricordare che noi tutti tifiamo Inter prima che i vari Mourinho, Milito, Sneijder e Maicon, e soprattutto che i Zanetti sono delle mosche bianche. Gli altri sono soltanto dei nostri 'rappresentanti'. Se i rappresentanti poi non ci piacciono o ritengono di non poter più svolgere il loro lavoro in seno alla nostra società, sono liberi di andare via perchè la passione per l'Inter continuerà ugualmente ad essere viva nei nostri cuori. Cambiano gli allenatori, cambiano i giocatori, cambiano i dirigenti, ma quello che non cambierà mai saranno i nostri colori, il nero e l'azzurro, 'i colori del cielo e della notte...'